L'Impero e la Gloria - Roaring Currents è il racconto di una delle più celebri battaglie della storia coreana, e soprattutto la storia di uno dei principali eroi nazionali, l'ammiraglio Yi, imprigionato a causa di un tradimento, liberato per disperazione dopo una sconfitta pressochè totale della flotta privata della sua guida, e capace di sconfiggere i giapponesi invasori con sole 12 navi contro più di 300 navi nemiche. Una specie di Leonida coreano insomma, un comandante senza paura di guardare in faccia la morte e di restare a combattere nonostante il numero soverchiante degli avversari. Il film si divide in due parti, quella della preparazione della battaglia e quella della battaglia vera e propria. Il tono è epico e spettacolare, molto sbilanciato a favore della parte coreana (come molti di questo genere di film, dove la contrapposizione bene-male viene tagliata con l'accetta), con numerosi momenti retorici e propagandistici, fortunamente ben dissimulati grazie a quel grande attore che è Min-Sik Choi (remember Old Boy?), che con il suo sguardo e la sua presenza scenica rende tutto il quadro ancora più epico. Vengono alternate scene di grande impatto a momenti di quiete, nei quali i pensieri e i dubbi dell'Ammiraglio sulle scelte da prendere hanno la meglio. Poi comincia la battaglia navale, e qua la spettacolarità dello scontro prende il sopravvento su tutto. Vero che affiorano subito i tanti clichè che sono spesso parte integrante dei film di guerra e di quelli orientali soprattutto, ma la battaglia è straordinaria, sia dal punto di vista visivo-coreografico, con effetti speciali eccellenti e riprese mozzafiato, sia da quello retorico-emozionale, che nonostante un paio di fasi insopportabilmente melense regge alla grande soprattutto ancora grazie alla figura dell'Ammiraglio Yi, che giganteggia su tutto e tutti mostrandosi veramente un eroe degno del miglior Leonida di 300. Per chiudere, non stiamo parlando del nuovo Apocalypse Now, ci mancherebbe, piuttosto di una continuazione dell'epica della Battaglia dei Tre Regni di John Woo, del quale ha una durata immensamente inferiore (rendendolo più "potabile" a chi non ama questo genere), ma una simile spettacolarità e una simile accortezza nel mostrare anche il lato strategico-coreografico della battaglia, e non solo fiumi di sangue che, anzi, per il tipo di film, sono anche moderatissimi.

Carico i commenti...  con calma