Nel 1991 incontra a Berlino Alec Empire e insieme formano gli Atari Teenage Riot, creando un nuovo genere di musica, il Digital Hardcore (DHR). Un genere che secondo loro doveva unire tutte le sottoculture giovanili, senza più differenze e rivalità. "The kids are united".
Seguono intensi anni di attività con gli ATR, memorabili live, con pause lunghissime fra una canzone e l'altra per dare tempo all'atari di ricaricare i dati per il sequencer e lei che balla e urla on stage con una presenza incredibile. Bellissima.
Nel 1997 diventa madre e si accorge che come tale viene trattata. Legge molto sul femminismo. Crea il manifesto "Fatal" nel 1998 da cui nasce una etichetta, la Fatal-Recordings.
Questo è il secondo disco solista dopo "In Flames (1995-1999)"... Post-post femminismo presentato con la seduzione di una nuova Bettie Page. Sexy.
Ma se in "In Flames" si intravedevano ancora gli Atari con le distorsioni e cacofonie programmatiche, qui oramai si tratta di un disco electro pop, dove la distorsione è un decoro leggero appoggiato sui brani, un ornamento.
Le collaborazioni a questo disco incutono rispetto. La musica di "Spirits in the Sky" è scritta da Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten, come da citazione rumoristica iniziale, anche se poi entra una tastiera decisamente goth.
"You Suck" è scritta assieme ad Alec Empire ed è la canzone più Atari, ma solo per lo sloganeering ripetitivo, dal rap veloce, anche se poi si apre maestosa in progressione diatonica. Nella title track compare J Mascis, che suona la chitarra e suona la batteria senza molle sulla pelle risuonante, ed è una canzone strutturata, anche se la chitarra diventa ripetitiva, Hanin canta con un bella voce ed un incedere pigro.
La nostra preferita è "Falling" bell'electro pop. "you always make me sad, you always make me mad".
Le altre canzoni sono prodotte da C.H.I.F.F.R.E. non manca la politica in "Rockets Against Stones", introdotta da distorsione pura e cacofonica di programmazioni impazzite sopra la quale suona la chitarra Philip Virus, secondo componente della band live assieme a C.H.I.F.F.R.E., ma è solo un episodio.
"Wanting A Machine" è un incubo industrial sussurrato.
Su tutto i suoi slogan da filastrocca, che letti nel booklet colpiscono per l'inglese zoppicante, ma ascoltati senza troppa attenzione fanno il loro lavoro egregiamente. La voce che quasi sempre finisce nel "rosso" del mixer, sfonda la scala.
Un bel disco anche se non sa decidersi fra il pop e l'intransigenza più pura, ovvero è un pop mascherato. Fra 80's, 90's e anni 00.
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