"Archiviare alla voce avant garde country western"

L' apertura è affidata ad un fluttuante sample, la melodia è brillante, serena come un cielo estivo, la voce di un meteorologo da una stazione radio americana avverte di un' uragano in arrivo, ma niente sembra turbare quella anestetizzante serenità;

con naturalezza la materia sonora cambia forma, pensosi arpeggi di chitarra acustica trattata elettronicamente accompagnata da spaventevoli escursioni dei bassi a livelli profondissimi, assenza di ritmo, stasi, un' elettronica ora minacciosa, ora stranamente avvolgente, fitta e volatile come una coltre di fumo, "Dark Cloud Lightning" in apertura, scorre via così, tra lenti ed inesorabili cambi di prospettiva, gigantesca, eppure sfuggente e onirica.

Hank e Slim è lo pseudonimo dietro al quale si nascondevano 2 leggende del post-industrial in quel lontano anno 2000, Robin Storey (Zoviet France - Rapoon) e Nigel Ayers (Nocturnal Emissions) "The World Turned Gingham" l' unica prova d' esistenza del genialoide progetto atto a sperimentare dei sound collage elettronici uniti a certa musica ed atmosfere country.

Si ha la giusta impressione di trovarsi di fronte ad un' album curato in ogni dettaglio, il suono trova la sua dimensione in una sorta di limbo tra fisicità e stordimento narcotico in dormiveglia, una psichedelia rarefatta e strepitante.

In "The Ballad Of Marky Martin" si respirano atmosfere plumbee , l' arpeggio chitarristico è inesorabilmente lento, la voce si trascina roca nella polvere, mentre riverberi sintetici stranianti intorpidiscono i sensi, una meravigliosa melodia dal sapore morriconiano viene fischiata senza interruzione alcuna, mentre nella chilometrica "Campfire Catfish" l' elemento psichico e psichedelico viene innalzato a tavola della legge, continui, ma lenti cambi d' atmosfera, astrazioni, rumorismo, i consueti arpeggi acustici ed i loop di samples vocali debordano in un caos al rallentatore.

Uno dei capolavori del disco è certamente "Where Dust Settles", collage sonico tra lo sbalorditivo e lo spaventoso, melodia e voci continuamente fagocitate da qualcos' altro, come inghiottite, immerse in profondità sconosciute riemergono a galla, quasi per far ammirare la loro scintillante e corrotta bellezza e rifarsi inghiottire nuovamente, trornare in superficie ogni volta più zozze, più vive.

"strane luci nella prateria".

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