Un esordio al quanto inaspettato da questa band tedesca, di stampo indie per quanto riguarda la produzione e high quality al livello musicale.
La proposta musicale di questa band è composta da growl bestiali, sensazioni drogate e allo stesso deprimenti, beat elettronici che ti entrano dalle orecchie e ti fanno schizzare la testa via. Gli Hanni Kohl con questo esordio (se non si conta il loro ep) lanciano uno stile di musica che sarebbe e che rappresenta un eterno rivale per la canzone "Come to Daddy". L'ascolto delle canzoni al primo impatto mi ha dato la sensazione di un album partorito con gli occhi arrossati dalle lacrime, dalla frustrazione interiore, un album affetto da misantropia (in particolare la canzone "EX", forse la canzone migliore dell'album) dove i riff deathcore vengono affidati a synth e ai campionamenti vari (vedi la canzone "Chuck Norris"); l'evoluzione e l'ulteriore estremismo della musica, l'ennesima proposta indecente da parte di una band sconosciuta, il genere di musica che nessuno avrebbe mai voluto suonare e l'album che non sarebbe mai dovuto uscire, quello che Aphex Twin non è mai riuscito a fare, album rivelazione e data la confusione e l'atmosfera da genocidio incombente direi anche degno erede degli Atari Teenage Riot.
Forse tra le rivelazioni più affascinanti ed estreme degli ultimi 10 anni, spero che vengano conosciuti per la loro particolarità musicale e per il loro stile "ingenuo" (nonostante la musica è toccante... i titoli delle canzoni non sono molto sensati) di lasciare a bocca aperta l'ascoltatore, lasciandolo barcollare alla rimozione delle cuffie dell'iPOD e dello spegnimento dello stereo.
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