Immaculata, volume di Hanns Heinz Ewers appena pubblicato dalle Edizioni Hypnos rappresenta un tassello fondamentale nella riscoperta di questo autore.
Come scrive Alessandro Fambrini nell’introduzione “Le opere raccolte in questo volume appartengono a tre diversi periodi della vita e della produzione di Hanns Heinz Ewers”. Immaculata vale l’acquisto già solo per il fatto di contenere il fondamentale saggio Edgar Allan Poe scritto nel 1905 ma mai pubblicato in Italia fino a questo momento. In realtà puù che parlare dello scrittore americano il sospetto è che Ewers stia parlando di se stesso e della propria concezione dell’arte. Dell’opera dello scrittore di Boston, in effetti, se ne parla solo marginalmente citando per sommi capi qualche suo racconto. Tuttavia la figura di Poe aleggia sempre come un’ombra ed è, come scrive sempre Fambrini, “eternamente presente nelle molteplici forme dell’arte e della bellezza di cui egli rappresenta l’epitome suprema”. Il tutto viene poi filtrato dall’esperienza avuta da Ewers in Spagna nell’Alhambra. Si tratta in ogni caso di un testo interessante di impronta decadente a cui non sono estranee le influenze di poeti e scrittori come Baudelaire (da lui ritenuto il solo ad aver capito Poe) e Oscar Wilde.
I primi 2 racconti qui presenti ovvero “Immaculata” e “La seconda vista” sono inquadrabili nel periodo terminale dell’opera dello scrittore tedesco. I racconti sono stati pubblicati per la prima volta nel 2020 grazie alla ricerca di Wilfried Kugel. Nel 1943 Ewers era ormai era caduto in disgrazia presso il regime nazista nonostante avesse scritto un libro agiografico per Horst Wessel, l’ispiratore dell’inno delle SA. Con il senno di poi nella sua frase “Questa è la Germania, questo è il mio paese” presente nel su romanzo Alraune (La Mandragora) c’è quasi il presagio dell’epopea tragica del Nazionalsocialismo. Come giustamente nota lo stesso Fambrini (sulla scorta del lavoro di Kugel) i 2 racconti risalgono probabilmente allo stesso periodo della raccolta Nachtmarhr (Incubo, 1922) e sono stati solo successivamente rielaborati. Le aggiunte presenti, nel presente volume, sono state messe in rilievo “in corsivo”: si tratta di considerazioni francamente satiriche nei confronti del Terzo Reich a dimostrazione del fatto di come Ewers, nell’ultimo periodo della sua vita, si fosse allontanato dal Nazionalsocialismo. È probabile immaginare come lo scrittore tedesco avesse esaurito, nell’ultima parte della sua esistenza, la sua creatività. Tuttavia sia "Immaculata" sia "La seconda vista" sono 2 piccoli gioielli del macabro”: il primo racconto è basato sul personaggio di Jans Olieslagers (sorta di alter ego di Ewers come lo era stato il Frank Braun della trilogia dei romanzi) che ci parla di una sorta di concepimento “miracoloso” di una donna ingravidata dal fratello grazie al tramite di un ”succubo”. “La seconda vista” si addentra invece nei territori dell’occulto (non va dimenticato come all'epoca, in Germania, pullulassero numerose sette di derivazione teosofica) parlandoci di chiaroveggenza e viene introdotto come una sorta di corrispondenza fittizia con un fantomatico Barone. Questa storia di Ewers presenta risvolti autobiografici molto interessanti: lo scrittore ci parla infatti della figura della madre in una maniera morbosa che ritroveremo nel successivo “Mia madre, la strega”. In “Il tradimento più atroce ritroviamo il personaggio di Jans Olieslagers mentre la vicenda si addentra in territori molto perversi parlandoci di necrofilia. In "Amore estremo" si parla di Hagen Dierks, un violinista di successo a cui manca sempre qualcosa per eccellere completamente dividendo in questo modo la critica. Il tutto diventa anche una riflessione interessante sulla natura dell’arte. Riuscirà infine a trovare la gloria tramite il frammento di una corda di una donna che si è impiccata solo per potergli donare un amuleto macabro da conservare mentre avrebbe suonato. Il conclusivo "Mia madre, la strega" è speculare a "La seconda vista" e ci parla ancora della figura della madre di Ewers che qui viene trasfigurata in una strega. La donna influenzò molto la vita del figlio (come anche il padre pittore) incoraggiandolo alla scrittura anche se lo scrittore aveva con lei, probabilmente, delle fantasie incestuose.
Dopo il citato saggio su Poe il volume si conclude con una competente postfazione di Walter Catalano intitolata Hanns Heinz Ewers: ascesa e caduta di un pornografo di successo in cui indaga i motivi della sua conversione al nazionalsocialismo basandosi sulle ricerche di Eric Kurlander. Catalano sottolinea giustamente come lo NDSAP si faceva portatore di molte tematiche neo-pagane e mistiche a cui lo stesso Ewers non fu estraneo anche se (nonostante i suoi contatti con le più svariate associazioni di questo tipo) non fu mai un cultore della materia come un Gustav Meyrink. Spiace che l’autore consideri il compianto Giorgio Galli “un fantasioso affabulatore” quando invece è stato un grande politologo e storico.
Immaculata è un volume imprescindibile per i cultori del fantastico del primo novecento e di Ewers ma questi racconti sono ancora oggi godibili e hanno un tocco macabro e perverso che credo piacerà a molti.
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