Io ho un debole per Liam Neeson, in particolare quando fa l’ex qualcosa (sbirro, agente segreto, criminale ma è raro) cui viene tolto qualcosa e allora lui si incazza di brutto e li ammazza tutti. Taken? Si, però taken insomma dai beh. Che poi mi fomentano un cifro tutti e tre ma oggettivamente dai beh insomma.

Quindi con non poco scetticismo, e una buona dose di beh dai insomma, mi sono approcciato a Cold Pursuit, in italiano Un uomo tranquillo, film del 2019 di Hans Petter Moland, che ha fatto anche qualche altro film (pochi) ma non ne ho visto uno quindi non saprei. Però caro Hans li guarderò perché questo m’è piaciuto eccome! Tra l’altro è un remake di un suo altro film, In ordine di sparizione, del 2014, che vedrò per forza e immagino sia la stessa roba ma coi Norvegesi, perché tale è il nostro.

Liam Neeson è un cittadino esemplare di una cittadina sperduta sui monti del Colorado (non così sperduta alla fine perché è anche vicina a Denver), talmente esemplare che lo premiamo come cittadino dell’anno. Cosa avrà mai fatto per meritarsi tale prestigioso riconoscimento? Ha spazzato la neve come un indemoniato. Già perché il buon Liam è spazzaneve e cazzo ci crede un botto nello spazzare la neve, lo fa da Dio, e tutti i suoi concittadini scorrazzano felici nei loro suv e dicono grazie Liam se non era per te qua era pieno di neve e col cazzo che scorrazzavamo coi suv e Liam abbozza e fa ma va è solo il mio lavoro, non vi preoccupate. Sua moglie è Laura Dern, si fuma le canne ed è molto fiera di suo marito. Poi c’ha anche un figlio ventenne simpatico e pare proprio una bella famigliola quand’ecco che:

Il figlio muore, overdose dicono i sbirri alla famiglia, overdose?, fa Liam, ma mio figlio non è un drogato, sì gli dicono, pure Laura gli fa ecco non conoscevamo nostro figlio, era un drogato e manco lo sapevamo e Liam pensa a me pare strano sto fatto. E infatti il fatto di fatto è strano e indaga che ti indaga Liam scopre che, gomblotto!, il figlio glie l’ha ammazzato la mala di Denver perché sapeva cose che non doveva sapere e minchia allora lui si incazza come una iena piglia il suo fucile da caccia e inizia a far fuori cristiani come mosche e non solo cristiani, pure Indiani d’America!

‘Spè, è scorretto Indiani d’America, si dice nativi, giusto: pure i nativi! (Sul tema c’è una battuta che mi-ha-spezzato-dal-ridere-guarda-te-lo-dico).

Già perché la droga in Colorado la smazzano due famiglie: una di bianchi cattivissimi e anche un po’ pazzi, l’altra di nativi cattivissimi ma stilosissimi.

Tremate, oh criminali: la vendetta di Liam calerà furiosa su di voi! Poi Laura lo lascia, gli dice tu stai fuori di testa amò, accetta sto fatto che tuo figlio era drogato e lui no Laura, tu non capisci, c’è un gomblotto!, ma quella niente, lo lascia. Lui solo va e spara, picchia, accoltella ecc. ecc. tutte quelle cose che fa Liam solitamente, fino a che la sua sete di vendetta non si è placata.

Ora, di per sé dici vabbè ci voleva il famoso scienziato per concepire una trama così, però si sa che i film più belli hanno spesso le trame più semplici. A rendere la pellicola una piccola perla sono tre cose: l’ironia, ben piazzata e davvero divertente, oltre che spesso sorprendente (con qualche scorcio di surreale del tutto inaspettato, tipo la sopracitata battuta), la caratterizzazione dei personaggi che ha un sapore antico, di film fatto bene, non coi soliti quattro tipi stereotipati, ma anzi con diverse divagazioni approfondite sulla vita degli antagonisti, la regia, puntuale, stilosa senza strafare, funzionale. In più torna tutto, persino il fatto che uno spazzaneve del Colorado si riveli un killer spietato e abilissimo trova una sua credibile motivazione durante il film.

Quindi consigliato, anche perché mi pare non se lo sia filato nessuno, ma spero di sbagliarmi.

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