Se nell'esordio "Stars of CCTV" anche l'orecchio meno attento avrebbe potuto facilmente evincere una devozione assoluta e totale per il classico sound clashiano, gli Hard-Fi in questa seconda prova optano per un sound più "canonico" e, soprattutto, pesantemente radio friendly.

Non che l'opera prima non lo fosse (vedi l'ipersopravvalutata "Cash Machine", che deve il proprio successo grazie ad un videoclip geniale più che ad una melodia vincente, o "Hard To Beat", tipico esempio di come deve essere un brano da classifica), ma qua è chiara l'intenzione di costruire un disco che prosegua più su una strada di sicuro successo commerciale che di effettiva crescita musicale.

Posto in apertura d'album, il primo ottimo singolo "Suburban Knights" ribadisce il tipo di sound espresso dagli H.F. nel primo lavoro, ma già da tracce successive come la funkeggiante "I Shall Overcome" (buona) e l'accoppiata "Tonight"/"Watch Me Fall Apart" (due midtempo in cui spicca l'utilizzo, piuttosto ruffiano e superfluo nell'economia sonora dei pezzi, degli archi) si intuisce la volontà del combo britannico di dirigersi verso lidi meno tempestosi e più sicuri. Un qualche sussulto di vitalità arriva da cose come l'insolita "I Close My Eyes", che non sfigurerebbe in un lavoro qualsiasi degli ultimi Red Hot Chili Peppers, o dal nuovo singolo "Can't Get Along (Without You)", vitale e piacevole.

Per il resto si assiste a numeretti piatti e piuttosto patetici, oltreché melodicamente insapori ("Television" e "We Need Love", chiusa da un coro e un claphands francamente inutili) e ritornelli talmente ruffiani da provocare istantanee crisi diabetiche ("Little Angel", degna dei peggiori Maroon 5). "The King" chiude il cerchio (venuto storto, c'è da dire) sulla strada di un depressive britpop alla Embrace che, col resto del disco, c'entra come il cavolo a merenda.

Rimandati al terzo album, quindi, notoriamente tomba o decollo di un artista. Ma qui l'operazione rilancio (artistico, vedremo se anche commerciale) sembra francamente disperata. Di scialbi e ruffiani gruppi radio-pop ne abbiamo sin troppi, senza che saltino sul carro degli pseudo vincitori pure Richard Archer & Company.

Carico i commenti...  con calma