Rieccoli, gli Hardcore Superstar, pimpanti e scanzonati come al solito. Anche maturi, questa volta: a poco più di 10 anni dalla fondazione della band, Jocke Berg e compagni tornano sulle scene con un album, il loro quinto, più metalleggiante e decisamente cresciuto nella qualità delle composizioni e del sound.

In principio i ragazzi svedesi avevano sfondato con "Bad Sneakers and a Pina Colada", un album fresco, vivace, casinista. Il successivo "Thank You..." presentava invece tratti più soft, classicheggianti. Solo col terzo lavoro, "No Regrets", la band sembrava aver intrapreso una strada allegramente più commercialotta, ma l'album omonimo "Hardcore Superstar" (2006) segnò un netto ritorno ad un rock sano e divertente, con le prime vaghe influenze metalliche. Adesso, con "Dreamin in a Casket", la band si cimenta in songs sempre piene di riff e melodie, ma permeate di sonorità molto più robuste e curate del solito.

L'album si apre con la trascinante "Need No Company". Dopo la buona "Medicate Me", davvero travolgente, si arriva alla splendida title track. L'inizio spacca, ma con lo scorrere della song si scopre che la traccia è anche molto emotiva, capace di trasportarti e conquistarti. Sulla stessa strada c'è Silence "For The Peacefully", ma bisogna dire che questa caratteristica è peculiarità di moltissime delle song dell'album. Certamente non lo è di "Sophisticated Ladies", il brano più orecchiabile e spendibile radiofonicamente. "Wake Up Dead In A Garbagecan" si apre con rocciosi riff e nell'avanzare del brao si fa sempre più trascinante. "Spreadin' The News" ha un incedere molto serioso e nel ritornello quasi malinconica, ma comunque molto carina. Segue "This Is For The mentally Damaged", aperta da rullanti colpi di batteria: scorre anch'essa seria e abbastanza lenta fino al ritornello, dove si vivacizza. "Sensitive To The Light" è splendida. Si apre con solenni colpi di batteria, riff aggressivi e un assolone da pelle d'oca che precede la bellissima parte cantata, tra il serio e il malinconico di Jocke: in coincidenza del ritornello questo si fa più aggressivo, poi riprende l'assolo-figata. In "Lesson In Vio-Lence" Jocke canta in modo strano, più cupo, e si "apre" nel crescendo emotivo che è il ritornello. Bellissime anche le conclusive "Sorry For The Shape I'm In" e "No Resistance", soprattutto la prima.

Insomma, l'album è una garanzia: a mio giudizio è metallo melodico, ideale quando hai voglia di riff poderosi ma non troppo incazzosi. Gli Hardcore Superstar sono un'ottima band, che ha saputo variarsi molto nel corso della carriera, e che è capace di divertirsi e far divertire davvero, pur senza tralasciare il lato serio delle cose. E "Dreamin In A Casket" è un'altra dimostrazione della loro bravura.

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