Estetica che si avvicina allo snuff movie, film che è l'apatia totale, delirante, il malato che circonda le azioni dei protagonisti, come quando si sfoga la rabbia su una sedia di ferro fino a ridurla in brandelli, solo per alleviare la noia, andate a rivedervi il ragazzo coniglio che sbuca dall'immondizia con un gatto morto in mano sulle note di only the lonely di Roy Orbison, questa è poesia, non la merda leccata, che profuma di hollywood, film con un budget talmente ridotto da far pensare di essere stato girato con oggetti trovati nella pattumiera, e forse è realmente così.

La violenza è spesso presente ma non è quasi mai vera, "pornografica"; ci si accanisce contro una sedia o nella scazzottata amichevole tra fratelli, o nelle minacce della madre al figlio per farlo sorridere, ed è proprio questa inutilità che inorridisce. Molto ma molto meglio dei vari 'ken park', che si autocelebrano sin troppo, annegati nella perversione e con un non proprio originalissimo plot, si astengano dal vederlo gli amanti dei gatti.

'Gummo' è la malattia del regista che è la malattia è del mondo intero, c'è tanta di quelle gente malata non consapevole di esserlo, 'gummo' è lo squallore della società americana in alcune province più sperdute dove l'unica via di salvezza è andare a fare il marine a 18 anni in giro per il mondo senza sapere neanchè perchè.

Recitato male (tutti esordienti).. montato stile videoclip, budget informe, capolavoro.

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