"Qualità attraverso una radicale deformazione."
Così recita una delle frasi che accompagnano questo lavoro di Haus Arafna, duo tedesco ormai insignito al gotha della musica elettronica più raffinata ed intransigente. Ed è proprio grazie ad una distorsione totale del concetto di musica che si riesce a raggiungere la reale ed intima natura del fenomeno sonoro fisico. Eliminare la melodia, sostituire il ritmo con un una vibrazione cardiaca che implacabile anima gli intrecci di suono, lasciar liberi di suonare quei transistor che tanto obbedienti da sempre riproducono ciò che noi imponiamo loro di eseguire. Non più controllo delle note ma modulazione di frequenza, non strumenti ma oscillatori. All'uomo viene concesso solo il piacere di galleggiare su questo mare di segnali elettrici e di modificarne ampiezza, frequenza, inviluppo. Sovrapposizione a pari frequenza, anche quando la sinusoide si appropria della voce umana trasformandola in un vibrazione del tutto simile a quella che condensatori ed induttori regalano al mondo. E dell'uomo si descrive l'orrore di una vita fatta di inferni della porta accanto, di corsie d'ospedale, di vite da ingranaggio, di schiavitù e di disperazione.
Niente compromessi: la mostruosità del mondo moderno non può parlare con la voce di un cantante o di una chitarra bensì con la spersonalizzata natura della vibrazione meccanica ed elettrica.
Un ascolto consigliato a chi è capace di non fermarsi al primo ascolto, a chi ha la voglia e la capacità di apprendere che meraviglia si nasconde in una struttura geometrica così complicata. Quindi per amanti di musica elettronica e sperimentale, industriale ma anche ai cultori del metal estremo. Carpire la vera natura di Haus Arafna? La traccia "Arafna Simulation".
L'amputazione cura.
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