Forbici forbici, sasso sasso, rete rete, rete forbici.
Le leggi della fisica, in particolare la forza di gravità, l'accelerazione centripeta e quella centrifuga, sono sempre state oggetto di interpretazione all'interno dei film di animazione.
Mi hanno sempre affascinato le soluzioni sviluppate da due particolari "scuole di pensiero" in questa particolare arte interpretativa. Una è americana e ha come esponenti Walt Disney e, in misura maggiore, la Warner Bros. Forse più che di interpreti, sarebbe più giusto parlare di riformatori in questo caso. Le leggi della fisica sono state "migliorate" alla maniera in cui viene migliorato il latte in Arancia Meccanica, ed è stata da tempo salutata con un addio la verosimiglianza con la realtà. La figura di punta è a mio parere Wile Coyote, su di lui la gravità ha effetto solo nel momento in cui realizza che gli manca la terra sotto i piedi. L'inconsapevolezza lo renderebbe capace di volare, la visionarietà di Superman in confronto è roba da bimbiminkia.
Vi è poi la più sottile scuola di pensiero di Miyazaki: artista, animatore, regista e, tra le altre cose, giapponese e inconsapevolmente colpevole di una somiglianza fisica con Cofferati. A Miyazaki piace mettere in atto un gioco con le leggi della fisica sempre sul limite tra il reale e l'inverosimile, puntando molto sull'utilizzo di ambientazioni favolose e prospettive sempre spettacolari e a volte esasperate (prospettiva grandangolare).
Lupin e Jigen, a bordo di una 500 gialla elaborata, corrono in soccorso di una ragazza vestita da sposa che, alla guida di una due cavalli, stà cercando di seminare un manipolo di scuri individui a bordo a loro volta di una macchina blindata, marca sconosciuta. La prima impressione è che non parrebbe una questione di corna.
Per riuscire nel loro intento i due compagni di merende rischiano più volte di arrivare a spezzare quel filo sottile che fa si che nel loro mondo valgano ancora le leggi della fisica come noi la conosciamo. La 500 è sempre costantemente guidata a un passo dalla perdita di aderenza. In qualche occasione i due lo tirano forse un po' troppo quel filo e la 500, abbandona la strada principale, può così procedere trasversalmente su di un pendio ripidissimo a lato strada, senza precipitare.
Le automobili danzano sul limite tra il possibile e l'impossibile, in un inseguimento che avrebbe i numeri per essere eletto il più bello nella storia dell'animazione a pari merito con quello delle moto di "Akira". Dal mio punto di vista questo inseguimento è anche un perfetto esempio di uno dei segreti principali dell'arte di Miyazaki: il sapiente utilizzo di leggere licenze prese nei confronti dell'ordine naturale a servizio della bellezza e dell'eleganza della sequenza di immagini.
Nel corso del film sono diverse le occasioni in cui si ha la possibilità di assistere alla messa in atto del gioco a' la Miyaziaki con le leggi della fisica di cui ho detto: corse giù per tetti ripidissimi e balzi nel vuoto tra guglia e guglia, agguati di ninja come mamma non ne fa più: numerosi, organizzati, veloci, letali e soprattutto silenziosi, leggiadri voli di tozze macchine volanti visibilmente appese con tutta la loro pesantezza alle loro eliche, e altro ancora.
In questo mondo, in un solo caso il limite tra reale e inverosimile viene valicato in modo plateale, e succede con la fisica propria del pacchetto di sigarette. I tabacchini non vendono sigarette dritte, eppure è possibile acquistare pacchetti immacolati e con perfette linee geometriche. Non ci si inganni però, questi conterranno sempre 20 sigarette storte.
Nella storia sono presenti alcuni elementi in comune con un episodio della prima serie di Lupin dedicato al falsario Microfinger: la presenza di un falsario per l'appunto, l'orologio, il castello e un congegno all'interno del più complesso meccanismo dell'orologio il cui innesco causa un bel po' di carnevale. Già allora, in cabina di comando c'era Miyazaki, si potrebbe supporre quindi che il film sia una rielaborazione dell'episodio, non ho però a mia disposizione informazioni in merito.
So di aver tralasciato alcune cose importanti e non ho intenzione di rimediare: non ho parlato della trama, non ne avevo voglia e comunque sarebbe stata fatica inutile, c'è San Wikipedia per questo, sempre così esaustivo.
Non ho parlato dei personaggi della storia. Non mi passa neanche per la testa che esista qualcuno in Italia a cui si debba spiegare chi è Lupin III e la sua banda. Ne approfitto invece per fare un personale apprezzamento a Monkey Punch per aver creato quattro personaggi stupendi (cinque con Zazà) e perfettamente compiuti (i miei preferiti: Jigen e, ovviamente, Fujiko).
Il Miyazaki e il Lupin di questo film di animazione sono da urlo. Lupin è l'indiscusso protagonista e forse in questo c'è anche l'unica pecca che ravviso nel film, il poco spazio concesso agli altri personaggi.
Lietta Tornabuoni, splendida critica cinematografica, apprezzava sia il regista che il film. Miyazaki probabilmente non lo sa, ma nonostante il mondo non gli abbia mai fatto mancare dei riconoscimenti, questo apprezzamento è uno delle maggiori prove del suo talento.
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