Oscuro, tenebroso, minimale, cangiante. Tranquille implosioni dell'anima, silenziosi fuochi artificiali che luccicano nel cuore. Sfavillii fugaci, bagliori notturni che rischiarano di dentro, e subito affondano nel buio. Brine di note che si sciolgono liquide, canzone dopo canzone. Moti d'animo sospesi fra allegria e delirio, mele di desiderio mai morsicate. Mele-peccato bacate da bruchi di malessere, serpenti di noia e paradisi artificiali.
Tutto questo è Elk-Lake Serenade. E tutto questo è Hayden Desser da Toronto, voce franta, tenebrosa e incupita, di baritono bambino. Tenero e tormentato, imbronciato e capriccioso. Voce oscura di uomo che non cresce, voce strascicata che sta quasi sempre per piangere. Voce a tratti serena e profonda come blu d’oltremare.
Disco sospeso fra ironia e sarcasmo. Fra sofferenza e dolore che strappa. Fra inutilità e disincanto. Disco incerto fra folk, indie rock e neo-romanticismo. Storie malate che non vogliono guarire. Ricordi che spaventano come il futuro. Classicismi di archi e pianoforte, come in un lied romantico, occhi che rossi si strizzano, lacrime e rancori, nell'opener "Wide Eyes"
I'm getting off at the next stop
Will you leave with me so that we can be seen
By my old love who's standing over there
She left me so stunned that I walk around scared
Una slide guitar che serpeggia maligna nella splendida "Home by Saturday". Lieve ed oscuro battere di un cuore indie-rock, sistole e diastole immalinconita e fatalista, anima ubriacata in un solitario bicchiere di Lagavulin o del malto di Oban.
Tristezze e nostalgie del non esserci.
Last night in New York City
I met a girl almost as pretty
And if I had one more whiskey
Everything would have all just slipped away
Ironia cangiante, forte e pungente, sarcasmo tiranno, con se stessi innanzitutto, di "Hollywood Ending", una tromba che esplode luminescente fra il più banale e profondamente spensierato dei ritornelli "La-la-la-la-laaa". Cigolii di voce sinistri, corde di chitarra spizzicate, anima che sta per cedere sotto il peso dei ricordi in "This Summer". Echi di country, armoniche e saloon, porte a battenti del cuore in "Robbed Blind" o "Killbear". Intonaco che si sgretola dai muri dell’anima, spifferi, correnti d’aria di tristezza, preghiera biascicata in sillabe cantate al limite dell’inintelligibile.
Maybe some of that was a bit too much
It's just that we won’t stay in touch
So come on baby, come over to me
We should fuck and them we'll see.
E solo poche note che restano ad ardere come braci d’amore.
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