Se vi piace la musica particolare, se vi annoiano gli artisti banali, Hayko Cepkin fa proprio al caso vostro.

Turco ma di origini armene, Cepkin nasce ad Istanbul nel 1978. Sin da giovanissimo mostra una particolare propensione per la musica, in particolar modo per il pianoforte. Dopo la laurea all'Istanbul Devlet Konservatuvari, inizia subito a collaborare con artisti esperti e rinomati in Turchia, facendo delle esperienze interessanti e sperimentando diversi generi musicali.

"Tanisma Bitti" (2007) è il suo secondo album (il primo, "Sakin Olmam Lazim" risale al 2002) e, a mio parere, il suo lavoro migliore fino ad oggi. È un lavoro ricco e particolare, in cui rock, metal, gothic e virtuosismi etnici si fondono armoniosamente, rendendo l'album un'opera veramente interessante, che personalmente mi fa pensare al mondo gotico ed oscuro dei vampiri di Anne Rice (ricordate "Intervista Col Vampiro", "La Regina Dei Dannati" e tutta la serie delle "Vampires Chronicles"?), tanto che definirei Cepkin (anche per via del suo aspetto del tutto particolare) una sorta di "Lestat il Vampiro", versione anatolica.

L'album, interamente cantato in lingua turca, si apre con un'introduzione molto particolare: un soprano cinguetta, accompagnata però da un ritmo quasi funereo [sample] . Segue «Yalniz Kalsin» [sample], che si apre sempre con lo stesso ritmo, ma si trasforma presto in un hard-rock in cui Cepkin non disdegna di esibirsi in un cantato growl. Il secondo pezzo è, a mio parere, forse il migliore dell'intero album: «Yediyüz Yetmis Yedi» [sample] è la riuscita fusione di tutti gli elementi sopra indicati: virtuosismi orientali, rock, melodia. La voce di Cepkin è potente e gradevole e mischia sapientemente aggressività, sensualità e un tocco di mistero; il ritmo è incalzante ma mai assordante. L'album si snoda poi tra ballate e pezzi aggressivi, che mantengono come comune denominatore la piacevole voce del cantante, che passa dalla dolcezza di «Melekler» [sample] all'energica e gotica «Siki Tutun» [sample] senza mai una sbavatura, senza mai strafare.

Ogni canzone è per me - che di certo non sono un esperto di musica - un piccolo capolavoro: "Tanisma Bitti" è sì un album hard-rock, ma non è mai fastidioso e a parer mio può piacere veramente a chiunque senza mai però cadere nella banalità o nel commerciale (inteso in senso negativo). Il suono musicale ed esotico della lingua turca, del resto aiuta, soprattutto nell?ultima traccia, una bonus track [sample] della durata di dieci minuti, in cui Cepkin, in un parlato, raccomanda di non aver paura di sognare. I sogni, anche gli incubi, sono parte di noi, e se noi ne abbiamo paura finiamo per rimanervi imprigionati. La maggior parte delle persone trova questa traccia quantomeno inquietante; personalmente la trovo invece rilassante e piacevolissima, onirica, appunto, vuoi per l'accompagnamento musicale decisamente lento, vuoi per la voce di Cepkin che, ribadisco, trovo estremamente piacevole, vuoi anche per la particolarità dell'idioma.

È un peccato che, tanto per cambiare, un artista valido come Hayko Cepkin non sia conosciuto in Italia: credo meriti l'attenzione del pubblico perché lo trovo un grande talento, e "Tanisma Bitti" è un ottimo lavoro. Ma siamo in Italia: se non sei Occidentale non hai speranze!

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