1920, Atlantic City. Il proibizionismo entra nella sua fase più repressiva dopo l'approvazione del XVIII emendamento, quello che vieta il consumo, la produzione, la vendita e l'importazione delle bevande alcoliche. E' un colpo duro per l'America della modernizzazione, del "sogno" che inizia a manifestarsi nei simboli della nuova vita a stelle e striscie: le automobili, l'abbigliamento, i prodotti di lusso in genere.
L'oltreoceano che si affaccia sull'american dream, qui incarnato dalle assi legnose del "Boardwalk", passerella situata nelle vicinanze del mare di Atlantic City, città dai loschi affari, governata da altrettanto loschi personaggi. Il proibizionismo lancia il guanto di sfida ai consumatori di alcool e diventa anche il modo per molti contrabbandieri e uomini d'affari per rimpinguare le loro tasche. In particolare, c'è un uomo che possiede il controllo della città e che per questo ha un canale privilegiato di smerciamento alcolici: è Enoch "Nucky" Thompson (un convincente Steve Buscemi), tesoriere della contea, nonchè uomo politico influente e famoso per la sua generosità nel sostenere coloro che gli chiedono aiuto. Egli si serve del giovane James Darmody (Michael Pitt), reduce di guerra, che sotto l'ala protettiva di Thompson diventa suo personale "scudiero", prima di fare delle scelte che lo allontaneranno dal suo "padrino".
Volendo dividere in due questa serie televisiva, si potrebbe affermare che Thompson e Darmody, seppur con diverse accezioni e diversi modi di agire, sono i personaggi "neri", quelli "negativi" pur nella loro presunzione d'innocenza (discorso che vale molto di più per il giovane Darmody). A fare da contraltare a queste due figure ci sono altri due personaggi ugualmente importanti per gli sviluppi della trama, quelli che potremmo definire "bianchi", positivi, nonostante le vicende dimostrino che anch'essi abbiano qualcosa da nascondere: uno è il poliziotto federale Nelson Van Alden (uno straordinario Michael Shannon) e l'altro è Margaret Schroeder (Kelly MacDonald). Il primo è l'uomo incaricato di dare la caccia a tutti coloro che violano il proibizionismo, la seconda è la donna che dopo una vita difficile si ritrova a vivere in un mondo che sembra non appartenergli.
Sarebbe fuori luogo elencare altri personaggi (tantissimi quelli di "secondo piano"), così come sarebbe fuorviante parlare della trama e di tutte le sue varie implicazioni. E' invece più importante porre l'accento sulla riuscita di "Boardwalk Empire", approdato in Italia con il titolo di "L'impero del crimine". Infatti, se questa serie potrebbe sembrare il solito gangster movie dal gusto e dall'atmosfera retrò, c'è tutta una lunga sequela di tematiche che fanno da sfondo alla vicenda principale e che meritano attenzione: sono gli Stati Uniti del germoglio femminista e delle rivendicazioni delle "suffragette". E' il tempo della grande paura socialista, mai veramente toccata dal film, ma percepible in diversi passaggi. Ma è soprattutto la rappresentazione di un mondo corrotto e corrutibile all'inverosimile, dove tutti sono implicati loro malgrado, in un macrocosmo dell'illegalità che ha le facce pulite e sorridenti delle campagne elettorali...
La politica, il crimine, l'onore, gli affari e il sesso si intrecciano in una prima stagione riuscitissima, merito anche della supervisione di un vero e proprio maestro del genere come Martin Scorsese, cineasta del primo episodio. La HBO gli ha garantito un cast eccellente, dove spicca Steve Buscemi e ancor di più Michael Shannon, alle prese con il ruolo più ambiguo e introverso di tutta questa prima stagione. Importante anche il gruppo di registi che si alternano nella direzione dei vari episodi, tra i quali è bene ricordare il nono, "Belle femme", diretto da Brad Anderson (già cineasta di "Session 9" e "L'uomo senza sonno").
La prima stagione di "Boardwalk Empire" è assolutamente convincente: un lavoro che trasuda magnificienza ad ogni singola inquadratura, che ha la sapienza di mostrare lo sfarzo e allo stesso tempo il putridume dei bassifondi, senza mai autocompiacersi. Un'opera di classe, mestiere e ottime interpretazioni. E' vero, ha usufruito di un budget sostanzioso per essere una serie televisiva, ma il risultato finale è di quelli importanti.
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