Raramente mi è capitato di sentire un album di cover così ben fatto, ricco e raffinato nella scelta dei pezzi. Loro si fanno chiamare Headless Heroes e “The Silence Of Love”, del 2008, è il risultato di una collaborazione veramente ben riuscita tra musicisti di provenienze musicali diverse.
La produzione è impeccabile. Il suono è profondo, ricco, vario e si muove su vari livelli contemporaneamente senza mai eccedere. Come accennavo prima, la scelta dei brani è notevole, eppure non dovete immaginare un disco pesante, lungo o eccessivamente complesso. I brani infatti si prestano soprattutto ad un “ascolto leggero” ed è proprio così che mi capitò di ascoltarli un anno fa, su una ventilata veranda circondata dalla macchia mediterranea in una piacevole serata d’estate. La freschezza è la qualità principale di questo lavoro e i diretti interessati hanno il merito di aver addolcito e levigato i brani senza dover per questo ricadere nella banalità o nel piatto sentimentalismo. Piuttosto che fare paragoni con le versioni originali, errore che capita troppo spesso, è meglio ascoltare le canzoni di “The Silence Of Love” nel suo insieme, senza pregiudizi, facendoci trasportare dalle sue suggestioni. Solo allora ci renderemo conto di quanto sia scorrevole e ben assemblato in tutte le sue parti.
Ma chi sono gli Headless Heroes? Il progetto prende vita da un idea del produttore newyorchese Eddie Bezalel insieme al musicista e a sua volta produttore Hugo Nicolson e si propone di mettere assieme una schiera di musicisti professionisti della scena di Los Angeles capitanati (è il caso di dirlo) dalla voce squisita della folksinger di Nevada City, Alela Diane. Tra i musicisti troviamo Josh Klinghoffer alle chitarre, al piano e all'organo, Woody Jackson, già nei Friends Of Dean Martinez che si occupa delle chitarre e della lap steel. Tra i presenti anche Joey Waronker, Leo Abrahams, Gus Seyffert e Mike Bolder. Ora, è chiaro che il numero di persone inpegnate e la varietà dei brani potrebbero generare una sorta di dispersione poco raccomandabile. Fortunatamente c'è la voce di Alela Diane, vero e proprio filo conduttore del disco, che con l'aiuto dei musicisti ci trasporta attraverso un piacevolissimo viaggio sensoriale con brani più o meno famosi.
Il disco si apre con la bellissima "True Love Will Find You In The End" di quel geniaccio sgangherato di Daniel Johnston. E già questo è tutto un programma. Segue "Just One Time", brano dei Juicy Lucy che prende qui una piega sinistra, sognante ed evocativa. Poi arriva "Here Before" brano di rara bellezza scritto e interpretato magistralmente da Vashti Bunyan nel suo disco del 2005 "Lookaftering". Seguono "Just Like Honey", brano dei Jesus And Mary Chain e l'impeccabile "To You" degli I Am Kloot. Poi arriva "Blues Run The Game" e qui siamo decisamente nel terreno di Alela Diane che interpreta il più famoso brano di Jackson C. Frank con la purezza e la spontaneità che abbiamo imparato a conoscere nei suoi primi due dischi. Con "Hey, Who Really Cares?" di Linda Perhacs veniamo trasportati nuovamente nelle atmosfere psych-folk sognanti e paludose che caratterizzano anche "Here Before". Poi ci ritroviamo inaspettatamente tra le liriche straordinarie di Nick Cave con "Nobody's Baby Now". Arrivano infine "The North Wind Blew South" e "See My Love" rispettavemente di Philamore Lincoln e dei Gentle Soul.
Una vasta gamma di generi e suoni insomma, una voce paradisiaca e dei brani gustosamente inconsueti sono gli elementi che fanno di "The Silence Of Love" un disco piacevolissimo che ci permette (cosa non da poco) di scoprire autori e brani che forse avevamo dimenticato o che non avevamo mai scoperta fino ad ora.
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