Line-up:
Dave White - Vocals
Lee Altus - Guitar
Doug Piercy - Guitar
Marc Biedermann - Bass
Darren Minter - Drums

Label: Roadrunner Records

Siamo nel 1991, precisamente nella Bay Area di San Francisco, luogo in cui si sono venute a formare miriadi di Band Thrash Metal. Tra queste band ci sono gli Heathen, che dopo aver esordito con il bellissimo 'Breaking The Silence' (1987), danno luce ad uno dei dischi più mastodontici e fenomenali dell'intero genere: 'Victims Of Deception'.

L'album in questione è nato in un periodo sfortunato, negli anni 90, che rappresentano il decennio per eccellenza del decadimento dell'Heavy Metal in generale, a favore di un fenomeno noto come il Grunge. Se per affrontare questo inconveniente, gruppi come Metallica, Megadeth, Anthrax, Testament ecc. hanno preferito accantonare le loro vecchie sonorità a favore di roba più orecchiabile per rimanere al passo con i tempi, gli Heathen si sono mantenuti sul loro Thrash Sound, ma con qualcosa in più: una tecnica mostruosa. Victims Of Deception non è affatto un album di Thrash Metal canonico e tradizionale; non si tratta solamente di violenza sonora fine a se stessa, ma si tratta di un disco complesso, intricato, tecnicissimo e dannatamente coinvolgente. Si potrebbe parlare di Progressive Thrash, o Technical Thrash, in quanto le affinità con gruppi come Megadeth, Toxik, Dark Angel e Coroner sono quì ben evidenti, senza dimenticare una lieve influenza degli Anthrax, soprattutto nel cantato di David White che ricorda vagamente quello di Joey Belladonna. Definirei quest'album come un connubbio tra la complessità e la lunghezza di Time Does Not Heal (Dark Angel) e la potenza di Among The Living (Anthrax).

Considero questo album un capolavoro, se non fosse soltanto per l'eccessiva lunghezza dei brani, che grava leggermente sull'immediatezza e per la presenza di alcuni riempitivi che in album del genere stonano del tutto, come ad esempio la cover dei Rainbow 'Kill The King'.

Ma facciamo un'analisi Track By Track: il disco si apre con Hypnotized, che si presenta subito come uno dei pezzi migliori dell'album ; preceduto da un intro in cui si sente una voce ossessiva, quasi intenta ad ipnotizzare l'ascoltatore. Il brano vuole condannare in un certo senso la religione che manipola le menti dell'essere umano, impedendogli di ragionare con la propria testa. Terminato il lungo intro inizia finalmente la canzone, la quale si rivela estremamente trascinante grazie ai riffs devastanti e ultra tecnici di Lee Altus, il tutto accompagnato dalla bellissima voce di White, che si sposa perfettamente col sound proposto. Parte subito un altro dei migliori pezzi del disco, "Opiate Of The Masses", brano stupendo, più cadenzato rispetto alla prima song, ma decisamente più micidiale. Sfido ogni Thrasher che si rispetti a resistere all'Headbanging, che quì sembra venir fuori quasi naturale. A Chiudere il trio iniziale dei migliori pezzi dell'album ci pensa Heathen's Song, una semi ballad semplicemente emozionante. Introdotta da un arpeggio che ricorda vagamente quello della canzone "Beneath The Remains" dei Sepultura, essa si fa notare subito per la capacità di Dave White di saper spaziare con la voce dal cantato più rabbioso delle precendenti canzoni ad un cantato molto più melodico. Come ho detto è una Semi Ballad, in quanto l'altra parte della canzone riprende la potenza già sperimentata precedentemente. Terminato il fantastico trio Arriva la cover dei Rainbow 'Kill The King', che la trovo abbastanza inutile, si sente che non centra niente con il sound generale dell'album, e viste le capacità del gruppo avrei preferito un altra canzone loro invece che una cover riempitiva, che sta bene in altri tipi di album a mio modesto parere. Si riprendono con Fear Of The Unknown, dove le grandi capacità del bassista Marc Biedermann vengono messe in atto. Prisoners Of Fate è un'altra ballad, molto bella. Si prosegue con Morbid Curiosity, gran canzone dal ritmo veloce e martellante. Guitarmony è una strumentale pazzesca, in cui primeggiano le chitarre di Lee Altus e Doug Percy, che con grande maestria sfoggiano un bellissimo assolo. Con Mercy Is No Virtue invece si ritorna alla maestosità dei primi 3 pezzi, in quanto la considero la quarta miglior canzone dell'intero disco, potentissima, veloce e con un assolo da far accaponare la pelle, semplicemente disumana. Chiude il disco Timeless Cell Of Prophecy, in realtà una bonus track.

Che dire, spero di avervi convinto nell'ascolto. Non perdetevi assolutamente questo capolavoro che consiglio a tutti gli amanti del Thrash e non.

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