Mic City Sons è l'ultimo album degli Heatmiser uscito nel '96 per la Clementine Records.
Per chi non lo sapesse gli Heatmiser erano il gruppo di Elliott Smith e Neil Gust, prima che Smith intraprendesse la carriera solista (per chi ama le categorie il genere è tra il post grunge e l'indie rock).
A dire il vero Elliott aveva già fatto uscire Roman Candle, ma decise comunque di lavorare a questa ultima prova della band.
Se avete ascoltato i dischi precedenti , vi renderete subito conto che in questo Mic City Sons lo spirito di Smith si fa molto più evidente, sono 12 tracce in cui lui e Neil Gust si alternano nella tracklist per composizione e cantato.
Diventa palese il motivo per cui il gruppo si sciolse, le differenti attitudini dei due frontmen sono evidenti, ma nello stesso tempo è proprio questo scontro/incontro di anime che rende, a mio giudizio, Mic City Sons una prova interessante.
Alcuni brani fanno mostra delle diversità di suoni e songwriting, altri appaiono come piacevoli compromessi che danno unità all'opera, certo è che le sonorità sono in generale meno ruvide rispetto a quelle dei precedenti Dead Air, Cop And Speeder e Yellow No.5.
Ci sono pezzi che potevano trovarsi anche in un CD solista di Elliott (la bellissima "Plainclothes Man", per esempio , l'intimista "You Gotta Move" e "The Fix Is In"), quelli più aggressivi di Gust ("Cruel Reminder"), altri di Smith in cui la ruvidezza del suono si fa più evidente (l'apridisco "Get Lucky"), oppure spiccatamente indie rock ("See You Later" e "Pop In G").
Un lavoro che inizia urlato e finisce sussurrato questo Mic City Sons (un po' come la vita musicale di Elliott?), che consiglio a tutti coloro che hanno amato e amano lo Smith con la chitarra acustica, qui in una versione più rock grazie agli arrangiamenti della chitarra elettrica, ma anche a chi semplicemente vuole passare un piacevole tre quarti d'ora.
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