Immaginarie linee matematiche tra cielo e terra può essere quel disco in grado di riappacificare parecchi studenti con la tanto odiata fisica del liceo.

Francamente mi chiedo come non senta nessuno parlare di questi giovini, perchè le potenzialità per diventare la next big thing (che brutto modo di dire in ambito hardcore) dell'hc/screamo nostrano ci sono tutte. Formatisi nella capitale nel febbraio 2010, questi cinque ragazzi pescano a piene mani dal repertorio dei vari Raein, Fine Before You Came e La quiete, andando anche a scomodare i maestri Envy, prendendo il meglio da ciascuno.

Come nella migliore trazione italica DIY i testi sono curatissimi, si passa dal lirismo più disperato ad un realismo crudo e sofferto. Pioggia, nuvole, sospiri, ginocchia sbucciate, tramonti sul mare.

Ma come? Si chiamano Heisenberg e non parlano di meccanica matriciale? Sbagliato, ma non del tutto. I richiami al premio Nobel tedesco sono presenti ma velati, vedasi ad esempio "Incontrarsi a Copenaghen", traccia che prende spunto dal famoso incontro tra Heisenberg e Bohr, ma che di scientifico ha ben poco.

Siamo sospesi tra la terra e il cielo, intrappolati in monotoni discorsi da cui nulla nascerà, al freddo, prede di paure e palpitazioni, sottostando alle ineluttabili leggi matematiche.

La fisica quantistica non è mai stata così affascinante.

P.s. L'ep è scaricabile gratuitamente dal loro bandcamp, e di questi tempi è oro colato.

Carico i commenti...  con calma