Su forza ragazzi, seduti! Appello! Assoli? Presente, ma c'ho sonno! Guà che ti metto la nota! Bassi? Presente e in forma! Elettro-Beat (l'extra-comunitario)? Presente, come prima, più di prima! Belcanto? Presente, farò il lavoro per 2! Melodia? Professò io dormo qui, che me lo chiede a fare? Ok..ok..nun t'arrabbià! Rullante? Presente, presente! di Storsio Pedali (il nobile)? Presente, ma esco un'ora prima, c'ho la giustifica! Sarà falsificata come al solito! Riffoni? Riffoni?? Professò, Riffoni è assente. Ah bene. Allora, oggi compito a sorpresa. Nuuuoooaaaaaahhhh! Zitti, zitti e scrivete. Tema: "Come produrre un ottimo album rock in tempi moderni senza Riffoni" Ma, professò, è impossibile, Riffoni è il rappresentate di classe. Tzè, se po fa...se po fa! Forza, avete solo 43min e 48sec. Al lavoro!
"Transmit Disrupt" (2006 @ Burning Heart Records*) è il famoso "second" album, quello della conferma, quello che parecchi hanno toppato. Gli Hell Is For Heroes forse per prendere le distanze dalle critiche di scarsa originalità hanno mollato l'atteggiamento metallaro ed EMO (che bello grideranno tutti) e si sono buttati su un rock più complesso, più studiato (abbravi, avete studiato!) ma senza perdere un filo della loro energia e soprattutto scoprendo in Justin Schlosberg non solo un cantante dotato ed energico ma un song-writer di primissimo livello. L'immediatezza è penalizzata (un voto in meno) a vantaggio di una sempre maggiore apprezzabilità sulla distanza (2 voti in più). Dategli tempo, dategli più ascolti (come dovrebbe fare un buon professore). Ogni traccia ha la sua storia, si sviluppa ed esplode in un Belcanto che spesso sostituisce Riffoni (tanto poi te la fanno pagare assenteista del cavolo), o in giri di Bassi potentissimi. Le chitarre sono sempre pulite, Pedali entra ed esce quando vuole ed Assoli è centellinato.
"Kamichi" è il ponte. La velocità del primo lavoro e le esplosione ci sono ma mitigate da chitarre mai eccessive. E' questo che ha fatto storcere il naso ai fan di prima mano solleticando non poco invece quelli che lo fanno con tutte e due le mani(??). In "Models For The Programme" Electro-Beat dice la sua richiamando nell'incipit "Sick/Happy" del primo album. Un Bassi insistente segue il ritmo senza perdere un colpo. I pezzi hanno il pregio dapprincipio di non essere chiari su dove sia la strofa e dove il ritornello. In testa rimane il piacere del suono o il ricordo del crescendo e il tutto stimola al riascolto. "They Will Call Us Saveges" stupisce per il pathos senza mai usare Pedali. Le chitarre hanno quell'impatto da plettro morbido e corde appena montate su un'acustica elettrificata suonata senza amplificatore. Uno dei momenti migliori dell'album è il duetto "Silent As The Grave" , cantata tutta d'un fiato e con Melodia eletta a plebiscito rappresentate di classe (Riffoni rosica!), e "One Of Us" con Assoli che si sveglia dal torpore in un "ritornello strumentale" meraviglioso, scatenante. Questi sono i "nuovi" Hell Is For Heroes, che vi piaccia o no! A me si, nel mio winamp ormai da mesi interi.
Bravi ragazzi. Ottimo compito. Domani interrogazione per tutti. Nuuuuooooaahhhh! Su, su, che gli esami non finiscono mai.
*In realtà la prima versione dell'album era del 2005 sotto EMI e con package differente, ma una lite tra la casa e il gruppo pose fine alla collaborazione e gli HIFH dovettero ricominciare d'accapo. Diciamo una "second" giovinezza.
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