"7 Sinners" è il tredicesimo album in studio degli Helloween, dato alle stampe nel 2007. Gli Helloween sicuramente non hanno bisogno di presentazioni, sono ormai da decenni una vera e propria colonna portante del Power-Epic Metal. "7 Sinners" esce a poco più di un anno di distanza da "Unarmed" una serie di best of di classici reinterpretati e riarrangiati in chiave leggermente più moderna, il quale non era stato ben accolto da molti fan.
"7 Sinners", si apre con "When The Sinners go", un brano in mid-tempo che lascia un po spiazzati al primo ascolto, ma riesce comunque ad essere incisivo. Poi si prosegue con "Are you Metal?" un vero e proprio inno al metal, che in maniera un po ruffiana riporta alla mente i gloriosi anni 80, quando ancora il metal era un ideale e non solo un genere musicale, si nota da subito che la band ha intenzione di svecchiare il proprio sound pur mantenendo l'attitudine che da sempre li ha contraddistinti,la canzone è aggressiva soprattutto grazie al cantato distorto Deris che conferisce una bella carica al brano.Un buon pezzo non eccelso ma si fa ascoltare volentieri.
È la volta di "Who is Mr Madman" , "Raise The Noise" e "World of fantasy", tre pezzi sulla stessa lunghezza d'onda, caratterizzati da toni estremamente epici e magniloquenti, purtroppo però le melodie danno una sensazione di déjà vu che difficilmente si toglie dalla mente, i refrain sono molto catchy forse anche troppo, dei brani che sicuramente non lasceranno il segno. Il disco si rialza con la veloce "Long Live The King", canzone molto aggressiva,con riff taglienti e veloci, ben sostenuti dalla batteria di Loeble, anche qui Deris si dimostra un gran vocalist, dando alla canzone rabbia e potenza. Ed ecco che arriva la più pacata, "The Smile of the Sun" un lento in stile Helloween, che purtroppo risulta un po scontato, e non bastano gli ottimi vocalizzi di Deris per renderla incisiva. Si prosegue con "You Stupid Mankind", la quale inizia con un riff interessante, e la voce di Deris fa aumentare il patos nel pre-chorus senza però riuscire a decollare e alla fine del brano resta una sensazione di incompiutezza.
Per fortuna a risollevare il disco arriva quello che a mio parere è il brano migliore dell'album, "If Mountain Could Talk", canzone in perfetto stile Helloween che denota nuovamente come la band sia riuscita ad incorporare anche elementi moderni senza snaturare il proprio sound, nella quale si alternano up - tempo e mid - tempo, suoni duri e melodici che contrastano tra di loro quasi ad inseguirsi,i il tutto condito da splendidi assoli di chitarra. Subito dopo la buona "The Sage The Fool The Sinner", la classica canzone con un refrain da cantare a squarcia gola. Ci avviciniamo alla fine del disco e troviamo "My Sacrifice" canzone che purtroppo risulta noiosa ed anonima. Di ben altra caratura invece la bella, " Far in The Future", canzone lunga ed articolata, piena di cambi di ritmo , e di atmosfere, suddivisa in suite musicali tipiche del progressive, risulta avvincente dall'inizio alla fine nonostante la sua durata, i componenti della band sono tutti in perfetta armonia , splendide le parti di chitarra le quali alternano parti melodiche a riff thrash - oriented, ammirevole l'ottimo lavoro di contro tempi fatto da Loeble dietro le pelli.
In conclusione, in questo nuovo album gli Helloween rimangono ancorati al loro stile inserendo alcuni elementi di innovazione (si nota una forte attenzione al groove), senza però snaturare il tradizionale sound che li ha resi famosi, risulta essere un album discreto, con brani ottimi e alcuni un po meno ispirati. Gli strumentisti sono autori di una prova tecnicamente impeccabile. Un disco caratterizzato dalle atmosfere potenti e tenebrose e a tratti evocative, dotato di una buona produzione, la quale mette bene in risalto il suono freddo, a tratti cristallino, e potente delle chitarre, risultando però meno tagliente di come ci avevano abituati negli anni ottanta, dando più importanza alla pesantezza del suono (tant'è che le chitarre sembrano accordate mezzo tono o un tono sotto rispetto ai classici della band). A mio parere i suoni molto compressi e patinati, sono sì capaci di creare un discreto "Wall of Sound" ma smorzano anche un po di personalità al gruppo, rendendo il sound globale del disco simile a quello di altre band ora in voga.
In conclusione non si potrà gridare al capolavoro ma è un buon album e fa piacere sentire gli Helloween ancora in forma nonostante il tempo.
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