Henry Bogdan (basso), John Stanier (batteria), Peter Mengede (chitarra) e Page Hamilton (voce e chitarra) sono gli Helmet.
Portabandiera di quel sottogenere battezzato come “noise” nato a New York a cavallo tra gli ’80 e i ’90 . Trattasi di musica dal grande impatto fisico e potenza. I quattro non fanno altro che prendere l’hardcore punk e imbrigliarlo rallentandolo e cadenzandolo, inventando così un sound poderoso, nel quale i riff compressi sembrano soffocare nelle battute metronomiche dettate implacabili dalla batteria di Stanier.

Dieci pezzi quadrati e monolitici, ritmi ossessivi ma anche trame melodiche da scoprire tra i riff dal vago sapore blues. Ne scaturisce un album originale e ascoltabile con piacere, anche se la sensazione dominante è piuttosto claustrofobica e tesa, ricordando alcune soluzioni dei R.A.T.M.
Da segnalare su tutte almeno “In The Meantime”, “Ironhead”, “Unsung” e “Turned Out” per un album che non può mancare nella discoteca di ogni appassionato di rock “amfetaminico”e apprezzabile anche dal pubblico del metal avendo però il pregio di non sconfinarvi mai.

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