Decisamente arduo non restare moderatamente stupefatti se non completamente ammaliati dalla insospettabile sobrietà e dal contestuale vigore espressivo, dalla inebriante lucidità e dalla inquietante ampiezza di suono-vedute contenute nello (sinceramente) inatteso quanto fascinoso debutto estroflesso e pubblicato al calare dell'appena conchiusosi e passato anno, dalla magniloquente sound-congrega agente sotto le affatto mentite oltreché Orchestrali suono-spoglie dall'Heritage-ano sostantivo.

Guidati in maniera autorevole, attraverso un modus exprimendi impeccabilmente "naturale" (lo sviluppo dei movimenti in esso contenuto pare permeato da un incontrovertibile ordine precostituito di natura vagamente fisico-universale), dal formidabile [per intuizione, chiarezza d'intenti e, surtout, di concreti risultati] duo composito dai Monsieurs Chris Wheeler & Jules Buckley, l'Orchestra "Patrimoniale" {trasferente ai musiqo-posteri una cospicua eredità really solida et concreta} si alacremente adopera nel tentar di amalgamare un'opera (riuscendovi) che partendo da assiomi/coordinate perlopiù arcinote (Jazz, Soul e Orchestrale innervati da cangianti dosi di Funk, Rock, Pop) condensa e sviscera un maelstrom dotato di colossale freschezza, una infrequente versatilità e (a tratti) immane forza espressiva.

Ensemble costituito da una quarantina-e-passa* di stabili elementi, dalla veneranda età media di venticinque anni, costituiscono in qotanta sparuta oretta [invero pochini.. per una volta ché persiste, davvero, qualcosa "da sentire", quodestiqquà si permettono il lusso di centellinare il musico-minutaggio profferto.. valli a capire stì Albionici, valli] un autentico e multiforme aggraziato monolite sonoro dotato di una finezza che (a tratti) ha sinceramente dell'entusiasmante: come valutare diversamente d'altronde la màravigliuosa leggiadrìa e letterale forza condensata nella spettacolare suite mutante/multistrato, abilmente fratzionata in trois differenti movements, marchiata "The 1890 affair" ? Un abbacinante progressione/concentrato di cristallina classe esecutorea oltreché di magnificentzia musical-metafisica: una tra le (migliori, of course) frazioni musicali più trecentosessantagradesche mi sia capitato d'origliare negli ultimi sei/sette (mila)anni.

Intere legioni di svolazzevoli archi ("Tell Me Stories"), solide batterie di intelligenti percussioni ("D'lin"), presentissimi et celestiali fiati ("Mothers & daughters now mothers"), appropriate chitarre, cesellanti vibrafoni et magnifiche voci (perché trattasi, altresì, di opera ricolma di magnificenti soul-"ugole") vengono leggiadramente riversati nei depauperati oltreché spesso sviliti condotti auricolari: ebbene, tuttoquestopopòdirobaqùà, Vi potrebbe mandare (con moderata probabilità) in de-visibilio.

(Pur mettendoci un faticoso quarto d'ora) Li bacerei tutti, li bac(i)erei.

 

* Kate Marsden (leader), Katharine Scheld, Kit Massey, Marianne Haynes, Catriona Parker, Martin Lissola: first violins; Penny Ainscrow, Ben Lee, Patrick Roberts, Claire Tyrell, Rosie Tompsett, Nat Jones: second violins; Felix Tanner, Emilie Hornlund, John Crockatt, Sarah Chapman: violas; Ben Trigg, Nastasya Hodges, Jon Cottle, Volker Hormann: cellos; Adam Betts: drum kit; Ben Bryant, John Blease: percussion; Ian Tripp: vibraphone; John Calvert: electric bass; Matt Calvert: guitar; Ross Stanley: piano, Fender Rhodes, celeste; Tom Farmer: double bass; Paul Greenwood: flute, alto flute; Beth Akers: oboe; Johnny Spall: alto saxophone, clarinet; Sum Bullard: bass clarinet, soprano saxophone; Tom Challenger: tenor and soprano saxophones; Chris Bowden: alto saxophone (1, 4); Gavin Broom, Joe Morris: trumpets; John Stokes, Trevor Mires (3), Tim Smart: trombones; Chris Lund: French horn; Gavin Smart: tuba; Liz Swain (3), Natalie Williams (5): lead vocals; Reilly: vocals; Jules Buckley: conductor.

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