"Ma chi cazzo sono ... gli Iron ???"
L'attacco vagamente maideniano (alla "Flash Of The Blade"?) potrà far balenare questo pensiero all'ascolto dell'omonima opentrack di questo splendido e maturo quinto lavoro degli High On Fire. Il tributo, volontario o meno non ci è dato di sapere, si esaurisce però in quel riff ripetuto ed incastonato altre due volte in una poderosa cavalcata alla Motorhead di 8 minuti di autentica furiosa goduria. Per il resto le sonorità dell'intero lavoro si snodano con rinnovata efficacia lungo paludi doom ("Bastard Samurai" e la epica cavalcata sabbathiana "How Dark We Pray") e sopratutto su carboni ardenti thrash metal e stoner. E qua fate attenzione a non svitarvi la testa sulle note sparatevi in faccia a velocità supersonica e con gratuita insolenza di "Ghost Neck".
O come non desiderare come colonna sonora "Frost Hammer" (la mia preferita ... Ma è difficile scegliere) mentre immmaginate di usare l'evocato martello sulla teca cranica del vostro direttore ... Sublime. Una citazione speciale anche per "Fire, Flood & Plague" altro pezzo di rara potenza. Insomma, un disco nel quale è impossibile trovare cadute di tensione o sterili citazionismi; sempre sorretto da un drumming talmente imponente da materializzare quasi il suono stesso inducendomi a farneticare che Kensel sia provvisto di sei braccia come la dea Kali. Altresì impreziosito dal rabbioso gracchiare di Matt Pike, roco e cattivo ma senza mai sembrare mio nonno come molestamente Lemmy fa, "Snakes For The Divine" rappresenta un passo avanti rispetto alla pur ottima precedente produzione.
Infatti, pur nella sua estrema ruvidezza, denota una maggiore cura nei particolari ed un'attenzione più accentuata alla struttura delle canzoni stesse. Questi epigoni dei succitati mostri sacri, tra i quali non dimenticherei di inserire Metallica e (why not?) Melvins in una loro versione tremendamente più incazzata se mi consentite, confermano di essere la miglior evoluzione che il metal ha portato nei nostri tempi. Se amate il genere e pure voi avete qualche "leggero motivo" di acredine è imperdibile.
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