Hai un disco del cuore? Il disco che ti emoziona forte forte, che ti fa battere il cuoricino e ti fa venire la pelle d'oca, manco sai perchè ma hai un presentimento, il quale è sempre meglio non saperlo perchè rischi l'ammonizione, Paparesta non scherza, poi salti il turno e la mia ragazza non sa mai da chi farsi sbattere. Pensaci, non spararmi in quattro e quattr'otto nomi fuoriposto. Occhei la melodia, occhei la ricercata, occhei che ti emozioni coi Sigur Ròs, occhei che ti metti a pensare con la faccia da stronzo il vuoto quando ti senti i Mogwai. Pedro The Lion è toccante, ma è sempre meglio toccarsi i testicles quando lo ascolti. Il tuo disco del cuore è loro? Fa del tuo cuore un loro disco, una cosa tipo da Peschiera con furore, il Ponta suona la tromba e io mi spaccio per promoter.
Conosciamo tutti le sensazioni, i dischi che ti entrano sottopelle per svariati motivi. Ti cito un discone come "Feathers" dei Dead Meadow, quello mi ha toccato, ma il motivo poi lo vado a riscoprire per il fatto che quando lo ascoltavo mi arrivavano pomp a nastro dalla donna. Allora tutto si ricollega, e il disco in questione perde valore intrinseco per guadagnarne di affettivo. Certo, discone è e discone rimane, la psichedelia dopo '90 è la più grande ondata di freschezza, degna delle Mentos gusto figa. Qualcuno laggiù lo sento urlare "Suuubsonicaaaaa". Bene, colonna sonora delle ondate tineggeriane alternativ di fine e inizio millennio tanto quanto gli Afterhours. "Voi cosa dite"? "Afterhours, si Afterhours". Parliamo dei Perturbazione, che cantano "Se mi Scrivi" e a te vien voglia di mandar sms ad un po' di ragazzine a caso perchè ti vengono in mente divani e serate davanti alla tv, cioccolate con panna e palpate al seno come se piovesse. Sono debolezze di voi uomini, ma anche donne, con le dovute proporzioni. Persino i Marlene Kuntz han segnato qualcuno, adesso segnano i giorni che mancano al loro suicidio artistico (Godano che t'hanno fatto?). E allora cantate tutti insieme "Pelle" dell'Agnello, sparate a palla "Incantevole" di quel tossico di Boosta, un dipendente tra i peggiori, segnato dal vizio e che lo mantiene grazie ai cuori deboli dei tinegger. Cheppoi scrive anche libri di merda è un altro paio di maniche. Forse dimenticavo l'ondata Brit-Indie-Post-Pop-Rock-Lagna-Baobab, dal il cannolo in gola di Chris Martin alla testa gigante di Michael Stipe, dove tutto è emotional, a volte semplice e un po' banale. Tutti a bagnarsi ascoltando Cat Power che canta tra gli alberi, Beth Orton che duetta con Rowlands e Simons. Emozioni belle, ma facili. Trova il tempo e gratta. Emozioni del genere le possono trovare tutti, Satana non ha scelto così, non tutti possono militare nelle fila dell'emozione difficile.
Codesto disco fa tremare per quel che riesce a NON essere. Troppo pesante se non sei abituato, matt Pike ha inventato il NON-STONER-METAL-DOOM, il gruppo inqualificabile really. Un genio che non è esploso proprio perchè il prodotto stesso è troppo. Giustamente, uno scienziato pazzo che inventa un virus letale non deve essere idolatrato, ma mi frega poco, lo tengo tutto per me (e pochi altri). Cos'è "Baghdad"? NON È. Cosa esplode a 5 minuti dall'inizio di "10000 years?"Cosa emana "Fireface"?Amore malprodotto, quasi inascoltabile, per questo incompreso. Questo disco è amore, un rapporto difficile, di schiaffi e pugni, come se MIrko Filipovic si sposasse Naomi Campbell. Gli High On Fire sono nati e morti con sto disco, incapaci di ripercorrere un percorso tale con i due (ottimi) titoli successivi. Al pari degli storici Sleep, gruppo di provenienza di Matteo (anche se imparagonabili), al di la delle definizioni. Matt Pike ne sa, da Carpenedo a Castrette rondella del capezzolo bless you all.
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