Una variopinta girandola, distinguiamo i singoli colori ma quando inizia a girare si perdono e diventano un qualcosa di nuovo, inafferrabile, sappiamo quali sono ma non riusciamo più a distinguerli.
High Places, duo di Brooklyn, composto dal polistrumentista Rob Barber e dalla cantante Mary Pearson, debutta con l'omonimo lavoro nel 2008 per la Thrill Jockey, specializzata nel reclutare nomi di difficile collocazione stilistica.
La copertina del disco rappresenta bene la musica del duo, vaghe immagini, sfuocati colori sovrapposti, un nudo paesaggio naturale.
Avant folk elettronico psichedelico free form, libero dai limiti imposti dal formato canzone, senza una precisa linea melodica.
I Mum destrutturati buttati in un fiume liberi di seguire la corrente. In sostanza sono sempre loro ma nella forma sono un qualcosa di diverso, in continua trasformazione.
Suoni affini ai riti dei Animal Collective.
Composizioni nate dal campionamento di suoni di diversa origine, vari strumenti a corda percussioni, campane, sonagli, oggetti casalinghi, synth, battiti elettronici, mandati in loop e sovrapposti, traccia su traccia. A questo colorato magma sonoro si aggiunge la voce, manipolata, duplicata, diventa uno strumento, puro suono, spesso un ritmo.
L'effetto finale è straniante, dolcemente onirico, come stare in un campo fiorito con una leggera brezza che c'investe con i suoi diversi profumi, ma noi li percepiamo come un unico indefinibile aroma.
Musica che trae ninfa dalla natura ma inequivocabilmente metropolitana, sentiamo suggestioni di terre diverse ma sono vaghe, inafferrabili.
Musica ostica, nella sua semplicità ma fresca e affascinante che rivela tutti i suoi segreti dopo successivi ascolti.
Voto: 7.5
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