Secondo album di un gruppo dallo stile unico... uno dei pochi gruppi in grado di incrociare con sublime maestria la dolcezza del violino e l'acidità della chitarra filtrata su pedali wah-wah... Alcuni critici di prog lo definiscono uno dei primi album di DArk-prog, altri come il primo Prog-metal... a mio avviso si tratta di un disco dalla tinta leggermente psichedelica con molte ma MOLTE nuove idee, un ottimo violino, una chitarra molto distorta (non mi piace molto la tecnica del chitarrista...) una voce roca... forse impaurita, forse piangente... Il lavoro si apre con uno splendido pezzo: Black man cries again... ottimo miscuglio di underground progressive e psichedelia... qui ci si trova davanti ad un vero e proprio "wall of sound"...  che meraviglia (e pensare che forse è il pezzo meno bello dell'intero album!).

Arriviamo ora ad un pezzo epico... incredibile... con una sorpresa che sa di romanticismo barocco... The Joke. Qui una voce drammatica, lisergica, onirica ci porta in balia dei flutti... una tempesta di emozioni: sembra il viaggio su di un veliero destinato a scomparire nei meandri dell'inconscio... da paura! E proprio in questo pezzo, dopo un bel tappeto di suoni forti, acidi e decisi, parte la più bella sviolinata che abbia mai sentito in un disco di musica prog... chi può trattenere le lacrime?

E infine un ultimo pezzo, lungo ma molto fantasioso... dal titolo itraducibile: Saneonymous. Apertura molto acida, passaggi vorticosi e conclusione molto drammatica... voce impareggiabile. Ragazzi questo è davvero una perla del prog! Chi non lo ha corra subito ad acquitarlo! (Se non vi piace rimane l'ottima copertina, no?)

Carico i commenti...  con calma