Vittime di una curiosa omonimia che li fa spesso confondere con il luccicante polpettone del goth rock, gli Him sono un complessino nato come progetto parallelo del batterista-percussionista dei Codeine, Doug Scharin.

Lo staff che sta dietro all'album include, oltre a Scharin, il cantante Christian Dautresme, il trombettista Rob Mazurek e un paio di musicisti che non conosco ma che sicuramente sono brave persone. Lasciando perdere i tecnicismi, passerei alla descrizione della musica vera e propria, che non manca mai di intrigare l'ascoltatore. Il genere musicale che detto complessino adotta è difficilmente definibile, se si vuole evitare di cascare in chilometrici neologismi trattino-muniti (del tipo experimentalrock-avantdub-alternafusion), in quanto evidenti e variegate influenze lo fanno ibrido di parecchi generi, appunto dub, fusion, jazz, ma anche krautrock. Tanto per intenderci, ricorda un po' gli Hood, i Can di Future Days, e Medeski Martin & Wood.

La particolarità più notevole è l'attenzione e la centralità di cui gode la sezione ritmica, e da questo punto di vista "Elementals" è un brano illuminante, poichè contiene molte delle caratteristiche stilistiche che rendono interessante la musica degli Him: un interminabile pattern di basso e batteria dalle variazioni impercettibili che sostiene i fraseggi lunghi e poliritmici di Mazurek, un assolino di chitarra, e vari vocalismi di sottofondo. Notevole anche il cambio di tempo che "sfuma" da 6/8 a 4/4, o qualcosa del genere. A volte le cadenze si fanno ancora più esplicitamente africaneggianti, come in alcuni momenti della title-track, di "Coming of Age" e di "Elope and Secede", brano quest'ultimo cantato in francese. È una lingua da finocchi, ah. Da citare anche "Slow Slow Slow", che si impone già al primo ascolto come la canzone più orecchiabile e invitante, e in effetti l'arrangiamento e l'esecuzioni sono tali da renderla un capolavoro nel suo genere.

Da alluzzanti pulsazioni sublunari e vocalismi femminei nasce gradualmente una struttura ritmica che sottolinea ancora una volta l'aspetto ipnotico e prenatale della musica degli Him: "The Way the Trees Are" è un brano tra i più interessanti del disco, con diverse cadenze che si incastonano l'una nell'altra in complessi arabeschi sonori, comunque mai insinceri. Elaborato, cerebrale, delicato, se non esattamente sconvolgente, questo degli Him è un disco che merita di certo una quieta attenzione.

Lo so, non sono bravo nelle conclusioni.

La tracklist:

1 Elementals 9:21
2 Many in High Places Are Not Well 5:48
3 Slow Slow Slow 6:04
4 The Way the Trees Are 8:16
5 Perspective from a Slow Spin 4:53
6 Elope and Secede Dautresme 5:13
7 Coming of Age 8:27

 

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