Dolce poesia.
Ville Valo torna ritorna sulle scene con un lavoro destinato a rafforzare la popolarità della sua proposta e, probabilmente, a consacrarla in maniera definitiva. In "Dark Light" confluiscono, infatti, tutti gli elementi che hanno caratterizzato il suono della band nei quattro precedenti platters, arricchiti da un mixing sfarzoso che ne esalta le peculiarità atmosferiche senza tralasciarne l'impatto.
Tutto verte, al solito, sull'ammaliante approccio vocale del singer rivelatosi ispirato, sentito, carico di quel pathos lacrimante che da oramai dieci anni ammalia per talento e originalità. Non per questo si può tralasciare l'ottima prestazione dei singoli elementi, dalle chitarre hard-rockeggianti di Daniel Lindström ai volteggi tastieristici di Burton per arrivare al corposo crunch ritmico del duo Gas-Mige.
Tracce dalle emozioni calde e vellutate, sempre in bilico tra la delicatezza di refrains-strofe dagli umori dream-pop unite ad un guitar riffing solido, moderno e privo di inutili ghirigori neoclassici o stancanti. Azzecatissime le melodie, sostenute dalla meraviglia armonica dell'ugola di Ville, inimitabile, sempre splendente e capace di ricreare le stesse atmosfere romantico-drammatiche come ai tempi dell'inarrivabile "Greatest...".
La produzione si conferma ad alti livelli ed accresce l'aspetto emotivo di questo lavoro, bilanciando perfettamente l'impatto di matrice rock-metal con l'attitudine languida-femminea dell'approccio vocale. Un ulteriore passo in avanti rispetto al lavoro svolto sul precedente "Love Metal" dove, forse, veniva riservato un eccessivo spazio al duo chitarre-batteria. Tra le tante perle elargite dal quintetto di Helsinki mi sento di menzionare le atmosfere seducenti di "Vampire Heart", il groove dal chorus irresistibile di "Under The Rose" e le anthemiche ma fruibilissime "Killing Loneliness" e "Behind The Crimson Door" ove l'istrionica abilità di Valo duetta incessante con tempi medio-veloci di gran carisma.
Un plauso anche alla dolcezza eterea di pezzi sognanti come "Play Dead" e "In The Nightside Of Eden" che ci riportano sui territori di fluttuanti sensazioni amorose vicine alle tracks finali del celebratissimo "Razorblade Romance".
In defintiva un lavoro dalle architetture sonore semplici e probabilmente un tantino stereotipate ma perfetto nell'esaltare a plurima potenza le qualità ammirate nei lavori passati. L'unione tra il mastering lussuoso ed un lavoro pubblicitario finalmente all'altezza, regalerà al combo il successo meritato ed il premio di debuttare al diciottesimo posto nelle classifiche americane, impresa mai riuscita ad artisti provenienti dalla Finlandia.
Nel loro genere senz'altro i migliori nonché strascimmiottati (senza risultati alcuni) per tutto il globo.
Consacrati.
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