Allora, PREMETTENDO che: - sono ben cosciente che gli Him non sono dei grandi musicisti e che devono la maggior parte del loro successo alla presenza fisica del frontman Ville Vallo (citando rockol “con pose da pornostar mancata”)- so benissimo che gli Him non vanno presi sul serio perché solo loro stessi a non prendersi sul serio (dal sito ufficiale – “cibo preferito: il corpo di Cristo” – degna di un seminarista invasato)- gli Him sono oggettivamente tamarri nell’85% delle cose che fanno (anche se ero affezionato ai vecchi tamarroni e li preferisco agli attuali Him mtv-izzati)- i testi che fanno finta di parlare di amore e morte sono lontani anni luce da tutto ciò che può definirsi anche lontanamente poetico- ho rischiato, in un passato abbastanza remoto, una rissa con una darka-bestia loro fan scatenata, per aver detto che in fin dei conti è come se fossero i fratelli ““”cattivi””” dei The Calling.

TUTTAVIA, penso che si possano riconoscere dei meriti a questa band finlandese che ha rappresentato uno degli ascolti più assidui della mia prima adolescenza (soprattutto questo cd). Innanzitutto, quando si decide di spararsi la posa da finto dark, gli Him sono il sottofondo adatto; se li si prende per quello che sono possono risultare anche divertenti. Un altro merito che potremmo riconoscere alla band è quello di aver adottato un genere abbastanza personale che permette quantomeno di renderli immediatamente riconoscibili; da menzionare anche le capacità vocali di Ville Valo che è comunque un bravo cantante che rende bene anche dal vivo. Questo "Love Metal" è, a mio parere uno dei migliori lavori della band (a parte il bellissimo esordio, anche se mi chiedo sempre se erano davvero loro all’epoca, boh ?!) che si distacca un po’ dalla monotonia del pur piacevole “Razorblade Romance”. Sì, perché in questa occasione Ville & company riescono a tirar fuori più di un pezzo piacevole: ci sono i brani più veloci come l’opener “Buried Alive By Love” o “Soul On Fire”, quest’ultima uno dei brani migliori della band che rende molto di più sulle parti veloci; le ballatone alla Him, un paio delle quali però (“Sweet Pandemonium”, “The Sacrament” ) sono meno mielose del solito e di buona fattura; ci sono poi i classici brani alla Him, quel rock che fa finta di essere un po’ gotico con qualche schitarrata molto eighties, quali “Beyond Redemption” e “The Funeral Of Hearts” (quest’ultima manifesto del genere che loro credono di aver creato e che definiscono “Love metal” appunto).

Tuttavia non mancano le cadute di stile che alla fine fanno parte dello stesso Him sound: gli Him non sono davvero gli Him se non ci schiaffano un paio di quei pezzi brutti (“This Fortress of Tears” su tutti), mielosi all’inverosimile, con testi più imbarazzanti di quanto non lo siano normalmente, senza neanche un ritornello orecchiabile almeno da canticchiare mentre si scelgono le croci da indossare… In fin dei conti però questo “Love Metal” rappresenta probabilmente il cd più ascoltabile dei finlandesi, un rock innocuo senza infamia e senza lode, un cd da mettere come sottofondo quando non si devono fare cose impegnative, un cd da ascoltare senza pretese ma anche senza pregiudizi. Certo non si può definire un lavoro onesto (gli Him l’ onestà non sanno neanche dove sta di casa) né ci si possono ravvisare ricercatezza o sperimentalismo. Tuttavia è stato un cd che ho ascoltato molto nella mia adolescenza, prima di prendere consapevolezza, ed è proprio perché mi fa ricordare i bei tempi che gli do 3, invece del 2 che forse merita oggettivamente.

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