Metallari assortiti e nostalgici anni Ottanta venite a raccolta, gli Hirax sono in città. Tutti pronti per una serata all'insegna dell'accoppiata thrash metal e birra? Il Blue Rose Saloon di Bresso, alle porte di Milano, cogliendo l'occasione del fine settimana pasquale, ha infatti organizzato una bella doppietta, riuscendo a portare i veterani Hirax da una parte e i redivivi Tank dall'altra, vecchie leggende degli anni d'oro della NWOBHM da qualche anno tornati a farsi sentire. Per chi non avesse troppo chiaro di chi stiamo parlando, gli Hirax furono, a metà anni Ottanta, tra i molti che calcarono le assi dei palchi della California, in un momento che, oltre ai soliti colossi del genere, vedeva anche un proliferare di formazioni magari meno note ma che riuscirono comunque a piazzare qua e là solchi vinilici che ancora oggi fanno impazzire gli appassionati. Il gruppo ai tempi ebbe vita breve, lasciandosi dietro due lp e la fama di "band di culto", per tornare in circolazione solo col nuovo millennio, disseminando gli ultimi quindici anni di un'infinità di album, ep e split. Se ciò fa sì che la discografia risulti essere molto frammentaria e non tutte le uscite siano facilmente reperibili, va però riconosciuto che i Nostri si sono dati da fare sia in studio che dal vivo e che non campano dell'aurea di gruppo di nostalgici dei tempi andati. Capitanati, come al solito, dal grande Katon De Pena, cantante tanto carismatico quanto poco noto, gli Hirax sono passati da quel di Milano per promuovere la loro ultima fatica, "Immortal Legacy", disco che, a quanto pare, poco aggiunge a quanto già detto in passato e non fa gridare al miracolo, ma concede comunque una sana dose di thrash metal d'annata. Le presenze nel locale vanno oltre le più rosee aspettative, con un'ottantina circa di presenti già durante l'esibizione dell'ultimo gruppo di supporto, gli australiani Desecrator, mostrando un tasso di "alcolica partecipazione" che verso la fine dell'esibizione degli americani sarà alla base di un "singolare" siparietto, di quelli dove non si sa se c'è da ridire o piangere. "Hellion Rising" apre le danze, mostrando un gruppo coeso e che non fa prigionieri, con un Katon leader indiscusso della scena. Le schegge musicali degli Hirax sembrano essere il perfetto esempio di un certo tipo di thrash, veloce, grezzo e aggressivo, anche grazie a brani dal minutaggio a volte risicatissimo, l'esatto opposto di un metal forse fin troppo prodotto e prolisso che negli ultimi tempi sembra avere preso piede (chi ha pensato agli ultimi Exodus?). La presenza da headliner dà la possibilità agli americani di poter ampiamente spaziare, proponendo brani più recenti, come "Black Smoke", acconto a pezzi più datati, come "El Diablo Negro", che quindici anni fa segnò il ritorno in pista del gruppo californiano, fino a "Hate, Fear and Power", "Destroy" e la conclusiva "Bombs of Death", schegge impazzite piovute direttamente dagli anni dei vinili e delle demo su musicassetta. Se il treno per la fama e la gloria sembra essere ormai passato da un pezzo, relegando di fatto gli Hirax a gruppo di nicchia, è innegabile che, almeno dal vivo, i quattro di Buena Park sanno come rendersi protagonisti della serata, con un Katon che, in quanto a carisma e capacità di coinvolgere il pubblico, non è di certo secondo a nessuno. E proprio parlando del pubblico arriviamo a quanto anticipato prima: che ad un concerto thrash metal si beva a più non posso non è una novità, ma il tasso alcolico di buona parte dei presenti era tale da chiedersi quanto ad alcuni simpatici capelloni tra le prime file fosse rimasto del proprio autocontrollo. Al netto delle autentiche botte da orbi che volavano sotto il palco, ad un certo punto Katon e soci hanno preferito interrompere momentaneamente la propria esibizione per segnalare la presenza di alcuni personaggi che, causa qualche bottiglia di Jack Daniel's di troppo, iniziavano a mostrarsi piuttosto molesti sia nei confronti dei musicisti che della loro strumentazione. Apriti cielo! Gli astanti si sono quindi divisi in due fazioni (quasi) avverse, tra chi aspettava pazientemente che qualcuno spiegasse, in spagnolo, al sabotatore che era il caso di darsi una calmata e chi invece supportava la causa dell'ispanico, anzi, si incazzava pure, venendo a scoprire solo a mezzanotte passata di un triste venerdì sera che i propri idoli di giovinezza propagandavano non tanto l'astinenza dagli alcolici quanto il "bere con responsabilità". Chiarite le cose, più o meno, e dopo che il guastatore è schiantato per terra alla prima pogata, Katon e soci hanno capito che la battaglia era persa in partenza e che era meglio lasciar perdere e andare avanti. Mega finale, quindi, con i cavalli di battaglia dei tempi che furono e con il buon De Pena che ci teneva a rassicurare i fan che dopo il concerto si sarebbe fermato a bere con loro al bar del locale, che se fai la figura dell'astemio questi la maglietta del tour non te la comprano mica. Che s'ha da fa' pe' campa. Buon thrash metal a tutti e alla prossima!
Scaletta:
- 100.000 Strong
- Hellion Rising
- Baptized By Fire
- Lucifer's Inferno
- Blind Faith
- Black Smoke
- Earthshaker
- Hate, Fear and Power
- Hostile Territory
- La Boca de la Bestia
- Destroy
- El Diablo Negro
- Brocken Neck
- Bombs of Death
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