Il mondo del jazz come stereotipo in genere è un appannaggio maschile. Citando Paolo Conte, "Le donne odiavano il jazz, non si capisce il motivo", adagio di cui sovente ho trovato ahimè riprova. Ma oggi cari lettori siamo qui per sfatarlo questo adagio. Perchè questa pianista giapponese ha una personalità squisita e anti-conformista.

Si sente che di influenze ne ha assimilate molte e di disparate. Come dice lei:

"I love Bach, I love Oscar Peterson, I love Franz Liszt, I love Ahmad Jamal, I also love people like Sly and the Family Stone, Dream Theatre and King Crimson. Also, I'm so much inspired by sports players like Carl Lewis and Michael Jordan. Basically, I'm inspired by anyone who has big, big energy. They really come straight to my heart."
E anche:
"I don't want to put a name on my music, Other people can put a name on what I do. It's just the union of what I've been listening to and what I've been learning. It has some elements of classical music, it has some rock, it has some jazz, but I don't want to give it a name."
Non è proprio la verità perchè di jazz ce n'è di gran lunga di più che di altri generi, ma insomma rende bene l'idea.

In effetti penso che avere come mentor Ahmad Jamal è una bella soddisfazione di per sè. Parlando di lei ha detto:

"She is nothing short of amazing. Her music, together with her overwhelming charm and spirit, causes her to soar to unimaginable musical heights."
E il vecchio Jamal di solito non adula la gente a sproposito.

Il disco apre con la funky "Kung-Fu World Champion", dedicata a Bruce Lee e Jackie Chan. Praticamente ballabile, sembra quasi un pezzo di Herbie Hancock dei tempi di "Headhunters". Se si decidessero a passarlo spesso per radio sarebbe potenzialmente una hit. "Wind Song" è invece un pezzo estremamente dolce, una piacevole brezza fresca. "Brain", la title track, è meno tradizionale, quasi cervellotico e spiraliforme. Una piccola gemma è il pezzo finale, "Legend of the Purple Valley",  ispirato ad una triste favola giapponese di cui si può leggere nel booklet. Non ve la racconto così se la curiosità vi prude vi comprate il disco, che proprio ne vale la pena.

Un ascolto tutto sommato vario, che mischia all'insegna della tradizione jazz materiali di origine disparata. Una cultura musicale piuttosto ampia e una sensibilità sonora delicata ed al contempo aggressiva a tratti. Se andate sul link consigliato che ci troverete dei samples e pure due bei video. 

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