Che effetto fa trovarsi di fronte ad un dinosauro, creatura fantastica di cui ci sono giunte tracce solo attraverso pochi reperti fossili di un lontano passato, di un tempo che non esiste più e che possiamo soltanto lontanamente immaginare?

Era l'agosto del 2005 e, durante il mio viaggio vacanziero lungo la costa Adriatica, mi sono imbattuto in un manifesto nero con una macchia blu al centro dove era segnalato un concerto degli Hiroshima Mon Amour quella sera stessa. Con i miei compagni di viaggio ci siamo detti: perché no? Il gig si teneva in un parco di Vasto, organizzato dal locale Luna Plena.

Quando il gruppo è salito sul palco, di colpo siamo stati scaraventati nel 1980. Quel suono, quel look, quelle luci spartane... tutto si combinava in modo perfetto nel ricreare un'atmosfera che sembrava perduta nel tempo. Il cantante dava pochissimo spazio al contatto con il pubblico, anzi a tratti lanciava occhiatacce ad un gruppo di giovanissimi schiamazzanti assembrati poco lontano, il bassista, enorme, dai movimenti lenti e sinuosi, il chitarrista, composto, a sostenere gran parte del peso armonico e melodico, il batterista molto preciso ed incisivo, la tastierista, affascinante ed immobile come una statua, concentratissima sul suo strumento. Un'atmosfera che, per fare un paragone, richiamava le gesta dei New Order più oscuri del video Taras Shevchenko.

Nei giorni successivi ho fatto un paio di tentativi nei negozi di dischi della mia città di trovare qualche loro album, ma nulla. E, tra una cosa e l'altra, mi sono dimenticato di loro. Fino a quest'anno, quando mi sono ritrovato tra le mani il cd "Embryo Tour 2005". Registrato dal vivo circa un mese dopo la serata di Vasto, sembra riproporne fedelmente la scaletta e conferma le mie impressioni di un gruppo immerso con corpo e anima nella new wave degli anni '80. New wave a tratti contaminata dal punk (Anno zero, Fuga dall'Eden), dal gothic (La casa, Cambio) e dalla psichedelia (Eclissi). Due cover di pregio: Siberia dei Diaframma e Play for today dei Cure. La registrazione è ottima per essere un live nostrano, rende merito alle capacità della band e da' lustro al rock indipendente italiano.

Gli Hiroshima Mon Amour sono gli ultimi esemplari di una razza estinta.
Come i dinosauri, appunto.

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