Non mi nascondo dietro un dito: conosco i membri della band in questione e seguo il loro percorso fin dalle origini (o quasi). Nonostante ciò non mi accingerò a scrivere "bene" di loro perché amici e conoscenti. No. Scriverò bene di questo terzetto perché ha stoffa e grinta da vendere.

Band divisa tra Como e Bologna. Fautori di un suono che tanto deve al noise rock americano ma anche al post-punk britannico.

Gli His Electro Blue Voice si sono imposti in questi ultimi cinque anni come una delle realtà più interessanti del panorama alternative italiano.

Quello ivi recensito non è il loro debutto discografico ("Ruthless Sperm" , che ancora non possiedo) bensì un loro 7" uscito nel 2008 per la Sacred Bone Records. I brani in questione sono solamente due.

Il lato A ci presenta "Duuug", un punk rock svalvolato con echi "noise" che rimandano ai Sonic Youth prima maniera. Niente male.

Girando il 7" ha inizio l'incazzosa "Fury Eyes". Sonic Youth e Nirvana del periodo "Bleach" stringono la mano ad atmosfere cupe che sanno di Inghilterra post-1979.

Un antipasto in grado di farci comprendere qual è il carattere degli His Helectro Blue Voice e che, pur nel limite cronologico di circa nove minuti, rende una vaga ma chiara idea di cosa produrranno in quel futuro tanto vicino ai nostri giorni.

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