Capitolo quattro della discografia degli Hocico, duo messicano composto da Erk “Aicrag” Garcia (testi, voce) e “Racso Agroyam” aka Oscar Mayorga (synths e programmazione) “Wrack and Ruin” rappresenta forse un turning point; il sound è anche in quest’occasione costruito attorno al modello base Electronic Body Music, risultando altresì quest’ultimo arricchito rispetto agli illustri referenti nordamericani (Front Line Assembly), ed europei (Klinik, Project Pitchfork), da influenze che spaziano dalle inflessioni jungle dei Prodigy all’hardcore-techno degli Atari Teenage Riot.

La china electro-punk nichilista viene rappresentata attraverso la tipica alternanza di lyrics in Spagnolo e Inglese che trovano esperessione in disperate, furiose, distruttive songs (“Ecos” è uno dei vertici), voci distorte e immerse nell’amalgama di un sound corposo, densissimo, ancor più cupo e tenebroso dei capiscuola più “estremisti”. Se i temi sono quelli di sempre il suono tuttavia dopo lavori forse insuperabili come “Sangre Hirviente” risulta in qualche modo qui più elaborato e meno diretto: la potenza electro-industrial in episodi come “Tales From The Third World” e  “Death As A Gift” si può apprezzare ancora intatta e si sente come il duo abbia molto ancora da dire a livello musicale, ma gli interludi strumentali più lunghi del solito (“Oraciòn Nocturna” altro vertice del lavoro) e gli effetti ambient industrial alla Scorn (l’opener “El inferno Que Viene”, lo stacco prima del singolo “Born To Be Hated”) fanno pensare al più ambizioso obiettivo di allargare l’area stilistica di riferimento; ciò sembrerebbe confermato ad un ascolto attento dalla qualità superiore di una produzione che centra l’obiettivo di far piacere ancora gli Hocico ai fans storici facendoli tuttavia entrare nella più ampia categoria “Electro” sfruttando l’oscurità del duo mesoamericano come veicolo "alternative" per la presentazione della next big thing.

Siamo comunque lontani sia dai Rage Against The Machine (vis polemica declamatoria e virtuosismi noise-core), che dalla disperatamente grandiosa rapprentazione del mondo alla Fear Factory: brutale no future senza luce in fondo al tunnel, in poche parole; gli Hocico, che rispetto ai citati due stratosferici esempi vivono dalla parte più sfortunata del confine sono la vera “cattiva coscienza” del Continente Americano.

πνοςphere boy ® 

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