...hiéi!
Alt orchestrine e tagadà: son 100 mesi di candeline per Hellenic Warrior Spirit, de gli Ho-ly Mar-tyr.
Li ho scoperti qualche settimana prima dlla tragica fine di G.Michael [wham!] e non me ne pento giammai [whooooom!] anche se poco so dei primi loro demos.
A..ll-in.
Evadendo dalle mura amiche milanesi [bensì loro siano sardi sardi, ed è bene dirlo per non restare fermi ai Carta e le Atzei] del produttore Stefanini per registrare in terra veneta, l'Epic band in questione non si è presa certo la briga di "spoilerare" il contenuto di films pseudo-celebrativi della storia antica di Grecia e d'Europa, alla stregua di Alexander o 300, quelli cioè di uscita non troppo posteriore al LP di Call of Army [unico del genere deb-dedotto che mi abbia letteralmente preso ], forse l'LP migliore di quell'anno, ndt: le 11 tracce, introdotte sonoramente dai passi di marcia delle milizie Spartane verso il loro estenuante percorso di battaglia, sono graffian-ti, possen-ti, intraprenden-ti, e con nessuna sbavatura eccessiva a pregiudicarne la metallicità.
La batteria 'e Ferru [Daniele, non Tiziano!], e fugaci linee di basso a coronare il muro chittarristico, dopo le incessanti e sostenute cavalcate di Sn.Px. e Lakedaimon, si abbinano a dovere a violoncelli e bou-zou-ki, nella fattispecie in H'Tan H'Epi Tas e negli otto minuti tutt'altro che pomposi e dispersivi di Hellenic Valour. Le splendide Kameri,Andreia,Polemos e Molon Labe preludono il crescendo di tempra e pathos udibili nell'intensa e misurata Defenders in the Name of Hellas -e qui non c'entra il calcio-, che funge da passepartout, da brano conduttivo, così come nelle 2 "narrazioni" conclusive, incentrate sulle drammatiche vicende delle Termopili, dove voce e trichordo evocano i rancori malinconici [ma non troppo] vissuti dai guerrieri.
In fundus, oltre ad essere un'opera concept-letteraria, HWS è un tonicissimo quasi-unicum propositivo: c'è un infuocato connubio di tradizione ellenistica, metàl deep-sabbathiano e folklore indeuropeo, che innamora col suo flavour gli "ascoltatori di razza" del cosidetto nuovo manifesto post-indipendente di casa nostra che sia di qualità..oltre a qualche ritorno di vecchi\e leoni\esse o di trentenni in avanscoperta che non approva sontuosa pubblicità di sè via cavo e rotocalchi, che invece riceve ad hoc l'attuale merce da classifica.
Ringrazio chi abbia desiderato lèggere la recensione e non posso non ringraziare Alex Mereu, la voce di supporto Victor Ballerio ed il fondatore Ivano Spiga, Eros Melis e Nico Pirroni.
A q.p.!
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