Questa è la storia di un pessimo musicista, sparito dalla circolazione per un annetto buono e tornato in circolazione suonando come un Dio, componendo pezzi epocali che parlavano di crocevia, di mastini infernali, del giorno del Giudizio. Quell'uomo pare avesse venduto l'anima al diavolo, in cambio del talento musicale.
Chiedo scusa, questa è un'altra storia. Il bifolco del quale parliamo è un certo Homesick James, dal background a me sconosciuto, a quanto pare (secondo le note di copertina) una vera autorità nel campo della chitarra bottleneck slide, un virtuoso del suono tagliente.
Questo LP dal vivo "Blues On The South Side" propone, appunto, un canonico blues elettrificato, dagli accenti swinganti e ballabili. La voce, impastata e sgraziata, urla grezza sopra un piano boogie ed una ritmica saltellante. Quasi impossibile per un orecchio inesperto preferire un brano piuttosto di un altro, sono canzoncine di 3 minuti l'una in cui, come sempre nel genere, il leader piange la donna della sua vita che lui ama, ma è di un altro uomo. Oppure, canta delle doti sessuali (in maniera velata) della propria amante. Magari, la passione per il ballo e il liquore. Curioso e un po' pacchiano come le tematiche siano le stesse identiche dei primi blues rurali degli anni '20 (l'opera in questione è della metà dei ‘60).
Un lavoro del genere può offrire all'ascoltatore la possibilità di immaginare il tipico ambiente fumoso di un locale in un paesino del Sud, con folla in ritmica agitazione e banda sul palco vestiti in giacca grigiolina e cravatta scura, sigaretta in bocca e rum sul pianoforte. E non dimentichiamoci che i gatti sono più indipendenti dei cani. Poco da dire sulla musica, uguale a sé stessa ed a mille altre, ma maledettamente piacevole.
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