Gli Hoobastank, la band californiana approdata al successo con il pezzo “Crawling In The Dark”, è tornata. Dopo due anni di assenza gli artisti californiani hanno realizzato il loro terzo lavoro: “The Reason”. Prodotto da Howard Benson, producer di band famosissime, quali P. O. D. e Cold, l’album riprende lo stile del gruppo americano, uno stile caratterizzato da suoni post-grunge e note di rock alternativo.
L’ Lp è un buon lavoro, non eccelso, in quanto il gruppo, pur trovando una grande intesa in sala di registrazione e sul palco, non riesce a realizzare pezzi innovativi che non possiedano quella ripetitività che spesso contraddistingue le band emergenti. Certo non si può parlare di astro nascente, né tanto meno di band affermata nel panorama musicale internazionale, gli Hoobastank sono bloccati in uno stadio intermedio, in cui molto spesso la musica creata presenta molti punti deboli.
Le canzoni sono orecchiabili, scivolano sulla pelle in modo molto veloce, solo alcuni pezzi riescono a lasciare il segno, come quei pezzi in cui la vera anima della band esce fuori per gridare al mondo il proprio disagio, la propria solitudine, la propria libertà, la voglia di fuggire. Proprio in questi momenti, la personalità della band emerge con forza per indurre lo spettatore ad assistere ai vari aspetti dell’esistenza.
La canzone migliore dell’Lp è la titletrack: “The Reason”. Risulta una canzone molto intensa che tratta l’amore, non quello mieloso o romantico, ma quello vero e reale, il frontman, infatti, proprio grazie a questo amore, è riuscito a trovare una motivazione valida per cambiare.
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