"I came out of the fuckin' sticks to take over the world"
"Sono venuto da questa fottuta periferia per conquistare il mondo" (John Lennon)
Chiunque di noi si sia avventurato nel mondo della musica ha sognato fin da piccolo di poter, in qualche modo, sfondare. Siamo cresciuti con la speranza di fare il grande salto, di lasciare finalmente il fetido garage coi poster di Belen o di Angus Young dove provare con al band per suonare nel locale ed essere notati da un improbabile discografico. Ebbene anche mio nipote di tre anni sa che i tempi son cambiati. Che addirittura scopri per caso che mettendo un tuo video su You Tube puoi ricevere milioni di contatti ogni giorno e costruirti una carriera, che Facebook è un ottimo modo per interagire con gli appassionati scovando, per esempio, che condivido la tua musica e i tuoi gusti. Insomma, oggi ci sono i mezzi e le possibilità di realizzare quel sogno lavorando sodo.
"The New Rockstar Philosophy" è uno dei primi libri in Italia che aiuta ad adottare nuove strategie per il musicista indipendente, per programmare una gestione "Intelligente" della propria carriera aiutando a scovare risorse, a lavorare fin da subito a una propria realtà da condividere subito con un gran numero di persone in tempo reale. Il libro, in realtà è la trasposizione di una pubblicazione uscita in Canada curata da Hoover e Voyno, che è un sunto del blog omonimo. A curare l'edizione italiana Claudia Galal e Tommaso Colliva rispettivamente giornalista musicale e produttore di Muse, Afterhours e Calibro 35. La prefazione è curata da Manuel Agnelli, l'amato - odiato artista simbolo italiano delle produzioni indipendenti.
Scritto in maniera chiara e di facile assimilazione, il testo è un vero manuale pratico per chi si avventura nel campo musicale ma anche per chi vuole tenersi al corrente sui nuovi mezzi di distribuzione e diffusione del prodotto artistico musicale, dal merchandising alla gestione della band come piccola impresa con costi e ricavi. Un piccolo - grande aiuto che può ricreare, in questa confusa crisi discografica nuove fucine di talenti e un nuovo modo di diffusione del prodotto musicale lontano da logiche di mercato.
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