Quest'album è stato considerato come il più intenso di tutte le uscite della Discord Records (la casa discografica fondata da Ian MacKaye), e posso veramente dire che nessuna canzone di quest'album manca di intensità.
Musicalmente evidenzia lo stile DC hadcore degli anni '90, con la batteria ed il basso che conducono la canzone, densi riff di chitarra ed una voce angosciante che arricchisce il tutto, anche se queste canzoni sarebbero angosciati anche senza questo tipo di vocals. Porta con se un notevole grado di maturità per quanto riguarda l'emotività delle varie canzoni, una maturità dovuta anche al fatto che quest'album esce quando ormai molte bands avevano sperimentato molto questo genere. Questo è l'emo arrivato al suo apice di maturità.
Nessuna traccia di questo album è noiosa, anche se nel complesso è piuttosto lento. Canzoni come "Distant" e "Pretender", che tra l'altro introducono il tutto, danno la giusta carica per sopportare il resto delle tracce. In "Cable" si sente il suono di una tromba in sottofondo, che verso la fine della canzone viene interrotto per lasciare spazio ad un pezzo tendente al jazz. "Letter" è, in poche parole, sei minuti di incessante angoscia.
Si arriva alla fine di questo cupo viaggio con "Cuts Like Drugs", ben sette minuti di un crescendo che ti graffia il cervello e ti immobilizza ascoltando quelle urla finali che sembrano sprofondare nel nulla. Per me una delle canzoni emo più belle di questo periodo.
Che dire, questo è un album che ti travolge, ed ad ogni riff di chitarra ti entra sempre di più dentro, lasciandoti dei segni quasi indelebili. Da ascoltare assolutamente.

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