Liesje Sadonius, la prima voce ufficiale degli Hoover.

Il trip hop e le sue atmosfere dilagano in tutta Europa durante la seconda metà degli anni ’90, così anche dal Belgio qualcuno lancia il sasso. Frank Duchene e Alex Callier si occupano della tessitura elettronica, mentre la chitarra che saltella tra un beat e l’altro viene affidata a Raymond Geerts.

Lo spettro del dream pop di qualche anno antecedente reclama tributo durante tutto il disco, soprattutto in episodi come Someone. L’animo più rock ma al tempo stesso seducente di Nr.9 crea la pluralità che non guasta, nonostante negli anni successivi la band preferirà un approccio più orchestrale.

Maxisingolo di lancio nel mercato e nella colonna sonora di Stealing Beauty è 2Wicky; lenta avanza proprio come Sarangi a dispetto della marcata marcia in più che spetta a Barabas col basso onnipresente a sorreggere il clima.

I cambiamenti radicali gli Hoover ce li hanno a inizio carriera, con il cambio di nome per evitare azioni legali da parte di altri artisti, con la dipartita di Duchene e della stessa voce così fondamentale. La volontà di non strafare e non abbandonare la propria terra per affrontare il tour in America farà si che lo scettro passi alla ben più nota Geike.

Ma il disco possiede abbastanza impatto sonoro da essere annoverato tra le migliori produzioni di quel decennio, senza dubbio.

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