Arriva il full lenght per i capitolini Hopes Die Last, reduci dal loro favoloso ep "Your Face Down Now" contenente solo cinque tracce ma che ci aveva lasciato ben intendere le qualità compositive dei nostri. Sotto l'ala della Wynona Records, gli Hopes Die Last realizzano questo primo e proprio vero album, seppur con una line up un pò diversa in quanto Nick, il vecchio (e aggiungo strepitoso, chi ha ascoltato sà) screamer ha abbandonato la band per andare a militare in una pop band italiana (Broken Heart College) che definire ridicola è veramente un complimento, al suo posto è subentrato Daniele, molto bravo anche lui.
Il quintetto preso in esame, ha alle spalle diversi tour tra cui uno anche americano, chi li conosce bene sa' quanto si siano dovuti dati da fare per emergere e sa' quanto possano essere devastanti live. Chiamatelo Post-hardcore, chiamatelo emocore, qualunque cosa si tratti, ai nostri viene dannatamente bene. Se "Your Face Down Now" mi aveva impressionato, questo è sicuramente il disco della loro consacrazione; Le qualità tecniche dei singoli componenti sono invidiabili, specie le chitarre, sempre potenti, decise e vivaci giocano un ruolo essenziale nel disco. I clean vocals sono affidati a Becko, vera e propria punta di questa band da sempre. Sinceramente non credo di aver mai ascoltato una voce del genere in ambito emocore, e non è tanto per parlare, sentirete e giudicherete da soli. Il tutto accompagnato da una sezione ritmica imponente e precisa.
Ovviamente gli Hopes Die Last prendono spunto in primis dagli Underoath, gruppo cardine di questo genere, mescolando influenze metalcore e facendo scoprire anche un'indole easy listening nelle parti piu' melodiche dei brani. Tutte le tracce sono nella loro complessità fluide, troviamo canzoni più melodiche e di facile presa come "Stuck Inside My Head", veramente bella soprattutto l'inizio devastante e dei giri di chitarra che senza calar mai accompagnano tutta la traccia. "Some Like It Cold" è forse la canzone più "facilotta" dell'album, ma indubbiamente una delle migliori con un ritornello tirato che vi toccherà dentro, ripetendosi per tutto il brano. Prendendo in esame canzoni più articolate, possiamo parlar molto bene di "Ever The Same And Always Will Be", che inizia con dei riff di chitarra accompagnati da una batteria martellante e sfocia nell'alternarsi delle voci dei due singers, veramente potente ed emozionante. Altra bellissima traccia è "Good Mourning, Honey", che è forse quella piu' complessa e sconnessa, a tratti sembra di stare ad ascoltare gli Underoath.
Vi sono altre canzoni nell'album degne di nota, come "Under This Red Sky" con un intro alla Hawthorne Heights ed un seguito spettacolare, ricorda una delle loro vecchie e migliori hit "Tempus Vincit Omnia", sempre a proposito di hit della band, qui c'è una versione ri-registrata di "Call Me Sick Boy", probabilmente la loro canzone più famosa. A seguire, "Consider Me Alive" ballata molto toccante ed introspettiva vi cullerà nel mondo targato HDL.
La produzione è a dir poco perfetta, affidata a Daniele Brian Autore dei Vanilla Sky, il quale ha provveduto alla produzione e al mixaggio del disco. Insomma, questi 5 ragazzi sembrano veramente da tempo l'unica VERA risposta al filone post-hardcore d'oltreoceano, e non esagero quando dico che questa band non ha niente e ripeto, niente in meno di band decantate e osannate provenienti dagli USA, anzi, questo disco potrebbe mettere a tacere metà delle emo bands che circolano in America e che sono idolatrate perchè ovviamente, se nasci lì è tutt'altra cosa.
Vi invito ad ascoltare l'album per intero, non rimarrete affatto delusi. Io intanto aggiungo due samples, cosicchè possiate farvi un'idea di ciò che questi ragazzi hanno da proporre. E complimenti a Wynona per aver puntato su di loro, ottima scelta!
P.s: Consiglio di ascoltare anche l'ep "Your Face Down Now" per rendervi conto che se in quest'album ci fosse stato ancora Nick, non so' che roba devastante sarebbe uscito fuori :)
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