Sta arrivando l'estate, il caldo, l'afa. Cosa c'è di meglio che abbandonarsi all'ozio dell'estate con un sano disco di doom granitico?

Era il luglio del 2010 quando tre musicisti baschi provenienti da Bilbao, sputarono questo "Weight of coronation". A designarli un nome pacchiano: "Horn Of The Rhino". In realtà fino al 2009 il loro nome era semplicemente "Rhino", con il quale avevano pubblicato due album, e il secondo di essi, "Dead throne monarch", di notevole fattura.

All'epoca circolarono voci molto entusiaste riguardo codesto platter, motivo che mi ha indirizzato a dargli un ascolto. Il timore era di trovarmi di fronte all'ennesimo disco metal esaltato dalla critica senza ragione, come spesso è accaduto. Pareri entusiastici condivisi che hanno contribuito a donare a questi tre metallers (Sergio Robles, Julen Gil e Javier Galvez) una certa visibilità nel mondo metallico dell'assolata Spagna.

Siamo di fronte ad un doom metal dalla potenza garantita su cui si affacciano gli spettri claudicanti di sludge e thrash. Il clima generale si rifà alla cupezza del "periodo di mezzo", il Medioevo e le sue superstizioni, le leggende, le credenze.

"Weight of coronation" è un lavoro decisamente "tosto", di fruibilità non semplicissima. Il minutaggio pesa e il genere proposto non facilita di certo l'assimilazione dei brani. Motivo per cui il primo cd dei nuovi Horn Of The Rhino va preso con la consapevolezza di essere un lavoro ostico. Abbattere lo scetticismo iniziale però, garantisce la possibilità di abbracciare in toto gli otto brani del cd. Dalla potenza epica della titletrack, alla psichedelia "da carta vetrata" di "Sovereign", passando per i ritmi devastanti e sludgiosi dell'iniziale "Speaking in tongues".

Un songwriting eccellente riesce a stemperare la lunghezza dei brani, ma nonostante l'elevata qualità "Weight of coronation" resta un disco per gli amanti del genere. Non masticare queste sonorità può essere controproducente per un lavoro di questa portata.

Un macigno assoluto, un'opera sentita e priva dei barocchismi del doom moderno. C'è tanta pietra nei pezzi di questi tre spagnoli, tra cui va sottolineato l'operato di Javier Galvez, autore di un'ottima prova dietro il microfono. Versatile, espressivo, aggressivo quanto basta.

Un miscuglio interessante e ben riuscito dei "The Gates Of Slumber" e dei "Reverend Bizarre".

Il doom europeo riparte da qui...


1. "Speaking In Tongues" (7:37)
2. "Mass Burial Punishment" (10:36)
3. "Sovereign" (10:46)
4. "Throats In Blood" (4:45)
5. "Weight Of Coronation" (5:34)
6. "Southern Beast" (9:12)
7. "Brimstone Breath" (7:51)
8. "Crushed And Dragged To The Swamp" (12:04)

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