A sei anni dall'ultima raccolta di brani inediti ("Springsong", 2002) e a dieci dalla sua nascita, torna uno dei progetti più sinfonici e legati al classicheggiante creati dal prolifico musicista genovese Fabio Zuffanti, Höstsonaten. Monicker che in svedese significa "Sinfonia d'Autunno", ispirato dichiaratamente al film di Ingmar Bergam del '78, Zuffanti con il nuovo album prosegue il tema dedicato al Ciclo delle Stagioni, lunga suite concettuale iniziata proprio con "Springsong", e si accasa con l'etichetta milanese VM2000, la rediviva Vinyl Magic, distribuita da BTF.
"Winterthrough" è la terza parte della Suite, mentre "Springsong" ne è la quarta. Un Ciclo cominciato quindi a ritroso, partendo dall'ultima parte, scelta particolare alquanto fuori dalla norma, originale come originale e sempre controcorrente è la personalità di Zuffanti. Intimista, a volte cupa o di chiaroscuri che vanno e vengono alla luce della Lanterna. Anima invernale e innevata, cielo plumbeo, Zuffanti non ha mai nascosto di amare i soffici e silenziosi paesaggi imbiancati dei mesi più freddi. Tutte caratteristiche diventate evidenti con il suo album solista "Pioggia e Luce" e focalizzate, cristallizzate nelle sinfonie di "Winterthrough".
Degli Höstsonaten originali ritroviamo oltre al poliedrico artista genovese al basso, basso a pedali, chitarra a 12 corde e chitarra elettrica ritmica, soltanto Edmondo Romano (Eris Pluvia) al sax e clarinetto, e Robbo Vigo alle numerose tastiere, il quale oltre ad essere onnipresente tecnico del suono, è titolare dello Studio Zero-Dieci quartier generale per le registrazioni di tutti i progetti di Zuffanti. In questo album sono presenti quindi due membri di un altro progetto di Zuffanti, l'acclamata Maschera di Cera. Alessandro Corvaglia, qui non in veste di cantante ma di tastierista ai sintetizzatori, e Maurizio Di Tollo dietro le pelli e percussioni varie. Chiude il cerchio il bravo chitarrista Matteo Nahum dei Real Dream, cover band genovese dedicata ai Genesis in cui milita anche Corvaglia.
Atmosfera triste, malinconica, il disco si apre con "Entering the Halls of Winter" e la Sinfonia d' Autunno, Höstsonaten, diventa Sinfonia Invernale, pioggia, nebbia, nuvole pesanti con gli accordi di piano insistenti mentre si sviluppa il brano in crescendo. Gli scampanellii di "White Earth", un panorama bianco e immobile che prende vita in "Snowstorm", la tempesta di neve che sconquassa l'immobilità arrivando dal cielo con la sua glacialità sinfonica e una dolce melodia di speranza. Altra grande sinfonia è "The Crystal Light" con le sue aperture iniziali di mellotron e un dolce cullarsi in un andirivieni cristallino di clarinetto, per l'appunto. Momento gioioso per "Outside", con un bel riff di moog che si apre su un'energico assolo di chitarra rafforzato dai "cori" del mellotron, è il brano più legato al prog degli anni '70.
Breve bridge con il vento e i nembi nervosi, tuoneggianti, scroscianti di "Ruins" e "Through Winter's Air" e il disco si chiude con "Rainsuite", lunga mini-suite in perfetto stile zuffantiano. Malinconica con un chitarra spezzacuore fino al cambio di tempo e quindi ci si rinchiude nell'intimismo pianofortistico, sognante, onirico, come si guardasse da una finestra bagnata dalla pioggia. La fine sinfonica, ariosa, che esplode ancora nei lancinanti assoli di chitarra lascia un barlume di speranza e di rinascita della vita alla fine dell'Inverno.
Ancora un centro per Zuffanti, il quale pare avere l'abilità di riuscire a fare parecchie cose e a farle tutte bene. Se musicalmente ci mette lo zampino, il musicista genovese infonde idee, creatività, il fuoco dell'arte che risiede nel suo DNA. Questo nuovo capitolo di Höstsonaten è indubbiamente un grande disco e adesso non rimane che attendere gli altri due capitoli mancanti.
Daniele Cutali
Potete ascoltare un estratto da 'Winterthrough' nel MySpace di Hostsonaten. Potete aquistare l'album qui.
Carico i commenti... con calma