Quando, a otto anni, scoprii nella libreria di mio padre "I mostri all'angolo della strada", una delle prime raccolte italiane di Lovecraft, me ne innamorai subito. Vuoi per la strana copertina, vuoi perchè le storie all'interno stimolarono la mia immaginazione più di ogni altra cosa fino a quel momento, la piccola antologia divenne una Bibbia per me, non me ne separavo mai. Presto però, dopo aver imparato a memoria tutte i racconti del libro, cominciai a desiderare qualcos'altro da leggere del Principe Oscuro di Providence e mi fu regalata l'opera che ora recensisco.

L'opera omnia di Lovecraft è divisa in cinque volumi.

I primi due volumi sono dedicati al ciclo di Chtulhu e contengono i racconti più famosi dello scrittore. Troviamo i classici "Il richiamo di Chtulhu" e "L'orrore di Dunwich" che rilette adesso, a distanza di diversi anni, mettono sempre la stessa paura sottile dell'ignoto alla quale Lovecraft ci ha abituati. Lo scrittore ci tiene sconosciuti gli orrori, menzionandoli e basta, lasciandoceli immaginare come preferiamo. Sempre negli stessi volumi, troviamo anche storie meno conosciute come "Il cane", "Medusa" e "Il festival", piccole perle che fa piacere leggere. Le grandi chicche dell'antologia però sono "Le montagne della follia" e "Lo strano caso di Charles Dexter Ward", entrambi piccoli romanzi. "Le montagne della follia" è abbastanza conosciuto e tra poco lo vedremo al cinema, per cui non sprecherò molte parole per descriverlo se non per dire che da Lovecraft farà nascere il filone delle spedizioni in Antartide con la conseguente scoperta di civiltà antichissime o alieni. "Lo strano caso di Charles Dexter Ward", invece, è di stampo più classico. Il protagonista, Ward, è il solito uomo appassionato dell'occulto che si ficca in cose più grandi di lui che più volte troveremo nei racconti di Lovecraft e la storia, molto ben costruita, riesce a tenere con il fiato sospeso fino alla fine. Stranamente ha un lieto fine, cosa strana per un racconto del Principe. 

I seguenti due volumi "Storie dell'orrore puro", sono la raccolta di storie misteriose/horror che non hanno attinenza al ciclo di Chtulhu. Da menzionare "Il modello di Pickman", la terrorizzante "Herbert West, rianimatore" che tanto tormentò i miei sogni da bambino e la singolare "I ratti nel muro". Questi due volumi, sebbene entrambi molto piacevoli da leggere, sono forse la parte più noiosa della produzione dello scrittore, eccetto qualche storia come quelle citate sopra.

Ma la raccolta che mi è piaciuta di più è indubbiamente quella rappresentata dall'ultimo volume, "Tutte le storie oniriche e fantastiche". Scopriamo qui il vero Lovercraft, il tormentato uomo che viveva in due mondi, quello reale e quello onirico. Passiamo da piccoli racconti di grande effetto come "Polaris", la suggestiva "Il ricordo" (che mi è piaciuta moltissimo e consiglio altamente) a opere geniali come "La nave bianca" e "Oltre il muro del sonno". Arriviamo poi alla saga di Randolph Carter, una delle migliori opere dello scrittore. La terrorizzante "deposizione di Randolph Carter", "La chiave d'argento", il romanzo "La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath" e "Attraverso i cancelli della chiave d'argento" rappresentano le avventure dell'alter ego di Lovecraft e ci trasportano attraverso un magico mondo. Passiamo poi a frammentarie trascrizioni di sogni e di fantasie, dai "Magri notturni" ai vampiri.

Traendo le conclusioni, l'opera omnia dello scrittore di Providence è altamente consigliata a tutti.

Suggestiva. 

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