Ho sempre avuto paura dello scorrere del tempo, ogni volta che sento di aver fatto un passo avanti il mondo è girato attorno a me e mi ha fatto fallire. Sento le nocche fredde e lo spirito che vaporizza nella glacialità del mio cuore, mi fossilizzo in costruzioni famigliari e nella casualità delle circostanze senza pensarci troppo. Sento il bisogno di esplodere e capire se i miei son davvero momenti importanti, persone importanti, anni importanti.
Cammino assorto nella realtà scorgendo solo il vuoto, i miei occhi vogliono essere nutriti di assenza, la mia bocca è pigra di sazietà e la mia adolescenza è solo un cumulo di macerie nella periferia della mia mente. Rinuncio a glissarmi in un guscio spesso e fibroso e provo a tornare nelle mia membra sanguinanti, penso ai momenti di solitudine più belli della mia esistenza:
TI RICORDI?
Tutto rimembro, soprattutto delle persone speciali; non mi scordo.
Penso ai miei 28 anni e penso che sia necessario omaggiare un'opera che compie 30 anni. Cifra piena e fondamentale per tante animelle sporche che navigano nell'etere più o meno profondo. Domani i 30 anni si sporcheranno di disparità e gli anniversari devono, nonostante tutto, rimanere candidamente pieni come uno zero.
Ho le casse della macchina ormai sfondate e giuro su Dio che amo questo sfregolante fruscio ipnotico e mal voluto, tanto nostalgico quanto caloroso. La birra quasi congelata e la luna quasi piena, imperfezioni che ormai non contano più nulla, bevo e osservo. Provo ad immaginarmi in un altro posto e in un altro tempo, con l'alcool gelido in gola e lo stomaco acido, tento di sputare più lontano possibile il disagio esistenziale, ma la bile cresce e cerco solo un modo semplice per riprendere in mano il volante e fuggire lontano.
Ho abbandonato amici che non mi avrebbero aiutato ma solo annegato, mi sento come in trincea sul Cansiglio arroccato sotto delle frasche e con dei sibili roventi sopra la testa. Sono caduto in questo vortice e cerco solo un appiglio per emergere, per resuscitare, per non affondare. Come diapositive si palesano visioni nella mia mente e mi uccidono ogni volta, una gomma invisibile tenta di eliminarle, erbe sensibili cercano di sotterrarle.
Così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne va, così se ne andrà senza aver più alcun senso, pronunciarlo diventerà una novità invece che una necessità, annunciarlo diventerà una realtà invece che un sogno, invece che un incubo, invece che la mia attuale condizione.
E dunque arrivo al momento di scrivere, una recensione? Un pensiero? Un racconto? Parlo della vita, della mia, di quelle vostre e di quelle di tutti. Parole familiari, situazioni che possiamo aver vissuto tutti più o meno similarmente, ma in tutti questi momenti c'erano Mould, Hart e Norton, angeli veri, esseri androgeni seppur di estrema virile mascolinità, incanalatori di frustrazioni.
Io ricorderò per sempre, e mai dimenticherò.
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