"Perché non smetti di fumare?"

Questa, nella hit parade delle domande imbecilli, è in combutta da anni per il primo posto con il "Ti sei fatto male?" dopo una caduta stile libero con braccio\coscia ingessati. "Si sposti con questa sigaretta ‘che mio figlio inala tutto questo fumo passivo! Ha solo sette mesi!". E una madre cretina che forse crede di portarlo a fare una cura d'aerosol quando lo scarrozza in passeggino alla stessa altezza dei tubi di scappamento. Assediati dalla rabbia salutista, anche noi fumatori abbiamo perso lo smalto di un tempo, il fascino indiscreto delle eleganti spire di fumo, della candida cenere. Oggi il fumo ingiallisce i denti, porta cancri, tumori ed è la principale causa di malattie cardiovascolari e respiratorie. Insomma, fumare porta dritti dritti alla tomba. Beh, a tal punto non mi resta che dedicare questa recensione a tutti i non fumatori, quelli che dicono "no" al vizio, quelli che hanno mangiato pane e volpe, quelli che non hanno ancora considerato che forse la morte non è altro che una semplice combinazione.

Città del Messico. Lolo è un giovane hacker con l'hobby del voyeurismo. Innamorato della sua vicina, la spia attraverso delle telecamere da lui stesso installate in casa di lei. Una notte riceve da due criminali il compito di fornire loro del materiale informatico per svaligiare una banca svizzera,  materiale che funge da merce di scambio da barattare con venti diamanti ceduti da un malavitoso russo. La vicina scopre però la verità su Lolo e mette a soqquadro il suo piccolo studio, scambiando i cd. Convinto di avere fra le mani il disco contenete le informazioni richiestegli, l'hacker  lo consegna ai due criminali, innescando un grande e sanguinoso equivoco che coinvolge una coppia di farmacisti in crisi coniugale e una di barbieri senza scrupoli.

Ciò che accomuna i personaggi della seconda pellicola diretta da Hugo Rodriguez (Esordiente alla regia nel 1994 con "En medio de la nada") è la dipendenza dal fumo. Fuma chiunque: il protagonista Lolo, Diego Luna ("Y tu mamà también"), il più giovane dei due criminali Nene, Lucas Crespi, Eulogia la moglie del barbiere, Carmen la compagna del farmacista etc.... Lo strano rapporto che i personaggi instaurano con il fumo (Dipendenza assidua, voglia di smettere, amore tossico) è il punto di partenza per una simpatica conversazione riguardo i danni e le gioie della sigaretta, che si svolge parallelamente all'intrigo criminale. I due intrecci combaciano alla perfezione nel tema generale: la casualità. Per una combinazione fatale Lolo scambia i cd, per una pura coincidenza il russo arriva alla bottega dei due barbieri e involontariamente gli comunica di avere venti diamanti con sé, casualmente i farmacisti vengono coinvolti nella storia. E sempre per fatalità, a discapito degli incessanti "click" dell'accendino, muoiono. La sceneggiatura, opera di Mario Salinas, si snoda senza eccessive slabbrature, ben calibrando gli incroci di storie e restando fedele al carattere corale del film.

Hugo Rodriguez non tradisce la sceneggiatura e la rivitalizza con uno stile fluido e diretto, avvalendosi di inquadrature sensuali e calcando vari momenti di tensione scenica. I risultati raggiunti dalla regia permettono di catalogare il lungometraggio come un noir grottesco, degno del primo Almodovar, cui si mescola la lezione di alcuni fra i maggiori registi statunitensi attuali, da Tarantino ai fratelli Coen. Ma non ci si aspetti il capolavoro. Acclamato in patria con sette Ariel, in Europa non ha riscosso il medesimo successo di critica e pubblico. Resta infatti un film veloce e piacevole ma, a dirla tutta, la ricca povertà dei popoli ispanici, la vivacità dei luoghi, il facile abbandono della moralità non si può dire che siano tratti originali, in altre parole non aggiunge nulla di nuovo a quanto hanno già mostrato altri film che si snodano sulla stessa linea d'onda, primi fra tutti "La comunidad" e, con le dovute differenze "Carne tremula".

Ora scusate ma vado a fumarmi una sigaretta.

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