"Ok for the last time at the Fillmore, the Humble Pie!". Si presenta in questo modo il concerto tenuto dagli Humble Pie nella storica sala di proprietà dell'impresario Bill Graham ormai prossima alla chiusura. Siamo alla fine del 1971 e Performance Rockin' The Fillmore è il manifesto principe dal vivo di una storica band di hard rock, sottovalutata e con alterne fortune. Il gruppo ruota attorno al chitarrista e cantante Steve Marriott, proveniente dagli Small Faces, con cui ha sviluppato uno spiccato senso Rhythm & Blues che si insinua talvolta a tinte forti nelle compsizioni degli Humble Pie. A sostegno della chitarra di Marriott, troviamo un giovanissimo Peter Frampton, chitarrista estroso e molto dotato melodicamente parlando, che resterà con i Pie solo un paio d'anni. Per completare la sessione ritmica mancano all'appello il bassista Gregg Ridley e il batterista Jerry Shirley.

Dalle prime note di Four Day Creep, si capisce subito che i quattro inglesi si trovano a proprio agio sul palco ed iniziano a scaldare il pubblico con degli stupendi inseguimenti chitarrristici tra Marriott e Frampton, tutto condito da una indiavolata sessione di batteria di Shirley. Si passa poi attraverso Stone Cold Fever, sempre a volumi altissimi come quasi in tutto il concerto, per arrivare ad una cover di Dr. John, I Walk On Glided Splinters dove trionfa il blues ed il Rhythm & Blues. Si prosegue poi sempre con temi blueseggianti con un'altra cover, stavolta è Muddy Waters con una Rolling Stone servita al vetriolo, dove Marriott canta come se fosse un nero dell'Alabama ed il pubblico in visibilio che urla con lui.
Tocca poi ad un altro classico chiamato Hallelujah I love her so dove sia Marriott che Frampton si alternano alla voce mandando in visibilio i presenti. Questo raro momento di calma nel disco non è altro che l'anteprima per lo tsunami finale dove viene coverizzata un'altra perla di Rhythm & Blues, I don't need no doctor. Tale pezzo viene violentato e sconvolto per quasi 8 minuti da terrificante rock, batteria martellante, stacchi, stop e ripartenze e sembra non avere mai fine.

Dopo la pubblicazione dell'album, Peter Frampton abbandonò la band per tentare la fortuna come solista, ma dopo l'uscita di un suo lavoro nel 1976, attraversò un periodo di crisi dalla quale ne uscì qualche anno dopo diventando un apprezzato session man.

Gli Humble Pie invece trovarono un altro chitarrista nella figura di David "Clem" Clempson, ex dei Colosseum e continuarono ad incidere con alterni risultati fino alla fine degli anni 70.

Carico i commenti...  con calma