Un'attitudine che riesce a distruggere il muro di confine dei generi musicali per sfociare in un fiume di idee, questa potrebbe essere una definizione da attribuire al termine Post-Rock, o meglio all'esperienza di certi artisti come i Tortoise o ai progetti intrapresi successivamente dai componenti degli Squirrel Bait, fra tutti, gli Slint, i Gastr Del Sol e i For Carnation. Chitarre di scuola Hardcore che rallentano e si evolvono, stando al passo con un flusso tanto sperimentale quanto coinvolgente, rabbia e meditazione che convivono col suono.
La discografia dei brasiliani Hurtmold ripercorre un po' questa serie di evoluzione musicale del Rock di fine anni ottanta e novanta, supportandolo con un'estetica dei giorni nostri, una sorta di mediazione di ciò che viene definito Post-Rock prima e dopo. "Mestro" è un disco abbastanza differente rispetto ai due precedenti "Et Cetera" e "Cozido", i quali presentavano un suono decisamente più istintivo, a metà tra il Noise geometrico di Polvo ed Hella, meno violento dei Don Caballero e con richiami vocali vicini alla "canzone" Fugaziana. L'andazzo "Jazzistico" soprattutto nelle percussioni e la componente elettronica è decisamente più accentuata nel disco in questione, i bassi ossessivi quasi come una traccia Trip-Hop, il Sound, a differenza delle citazioni dei lavori precedenti è più affine ai primi Tortoise e ai For Carnation, dove non mancano dei momenti in cui emergono i ritmi che danno la certezza della provenienza paulista dei componenti ("Quase de 6 Misticismo") e paesaggi sonori dove sembra di guardare il cielo notturno da una metropoli ("Sova"), con richiami ai Bark Psychosis.
Per coloro che cercano qualcosa che presenti ancora la creatività di un tempo con queste coordinate stilistiche sappiano che in questa band di San Paolo troveranno inaspettatamente la risposta adeguata.
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