Sono forse io così irresistibilmente attratto da titoli di film ormai sepolti in archivi ricoperti di polvere e muffa? Senza disdegnare opere appena uscite o comunque recenti, non nego che ritrovare qualche vecchia pellicola immeritatamente dimenticata sia pur sempre opera meritoria. Se poi si tratta di reperti sprofondati nella paccottiglia hippy (bella definizione di qualcuno che mi legge su Debaser) tanto meglio anche per toccare con mano il tempo passato .
Premetto però che "Lasciami baciare la farfalla" (titolo originale americano "I love you, Alice B. Toklas!" ) non è solo un documento scanzonato del periodo della flowers generation (uscito nel 1968), ma è anche una commedia che ci pone di fronte a certi dilemmi esistenziali vecchi quanto il mondo.
Nello specifico, il protagonista è l'avvocato Harold Fine (interpretato dal camaleontico Peter Sellers) che ha una posizione professionale affermata nella società yankee del periodo (fine anni 60) . Dovrebbe ormai sposarsi con Joyce, sua segretaria e tipica donna americana petulante. Una prospettiva priva di scossoni, come da prassi consuetudinaria, se non fosse che proprio il diretto interessato in cuor suo non si senta proprio completamente convinto. Sotto traccia vi è una certa generica insoddisfazione. E proprio per una serie di circostanze fortuite, ritrovando il fratello che conduce un'esistenza totalmente hippy, Fine incontra Nancy (al momento amante del fratello) . Due mondi veramente inconciliabili se non fosse che, degustando i muffins preparati con l'hashish da Nancy, Harold sballi per la prima volta in vita sua.
Muffins galeotti dal momento che i due intraprendono una relazione secondo i principi filosofici del movimento hippy . E quindi, dopo aver abbandonato la cerimonia di matrimonio con Joyce, Fine assapora le delizie della vita alternativa allora diffusa fra tanti giovani yankees, alla ricerca di un suo nuovo equilibrio interiore sotto la supervisione di un guru indiano (molto in voga a quei tempi) .
Ma oltre alle delizie non mancano le scomodità, poiché vedersi invaso l'appartamento da numerosi amici e amiche di Nancy, tutti accomunati da un comportamento anarcoide e irrispettoso di certa quiete e igiene domestiche, non è il massimo della vita . Ed ecco pertanto il protagonista tornare al vecchio stile borghese di vita, rispolverando l'idea di convolare a nozze con la convenzionale Joyce . Ma è buona cosa mai dire mai e non chiudere la porta a quanto di bello e gradevole possa succedere esternamente . Un matrimonio può anche aspettare ..
Si diceva prima di vecchia paccottiglia hippy. In effetti, noi che viviamo nel 2021 guardiamo con un certo stupore certe condotte di vita cosiddetta alternativa praticate dagli hippy di quel frangente storico . Tutta quella promiscuità sessuale, quella trasandatezza in materia di igiene personale ci possono irritare (un esempio di malinteso ritorno alla natura) dopo essere passati in altre fasi con malanni tipo AIDS, pandemie varie fino all'attuale COVID-19 . Da questo punto di vista il film, onesto prodotto commerciale, è tuttalpiù il fedele specchio di usi e costumi di un'epoca inquieta dell'allora società moderna americana (e non solo). È evidente che le giovani generazioni volevano distaccarsi completamente dall'establishment e ciò, oltre a generare risentimento da parte di tante persone adulte conformiste, poteva anche suscitare curiosità da parte di altri adulti più dubbiosi sull'american way of life. Harold Fine rientra in questa seconda categoria e comprendiamo pure certe sue oscillazioni comportamentali fra mondo hippy e mondo borghese .
Quello che, diversamente, non appare datato poiché è un dilemma esistenziale universale, è semmai chiedersi quale approccio alla vita seguire . È auspicabile vivere facendo in modo di tenere il più possibile la barra a dritta, lungo una traiettoria dettata da salde convinzioni ? Oppure è meglio uniformarsi al detto latino "carpe diem" , tentando sempre di cogliere l'attimo fuggente consapevoli che la vita è un soffio ed ogni lasciato è perso ? Se così è, fedeltà e staticità ci impediranno di comprendere il fascino di ogni manifestazione vitale. Si porranno quindi le premesse per una grigia routine che uccide lentamente ed interiormente chi trascina un'esistenza placida .
Certamente scegliere è sempre difficile e a volte sono le circostanze esterne a spingerci in una direzione anziché in un'altra . Pensiamo di agire ma in realtà siamo agiti. E quanto scelto dall'avvocato Fine riflette uno stato d'animo tormentato. E onestamente non mi sento di biasimarlo perché anche lui è come tutti noi : un viandante errante lungo i sentieri imperscrutabili della vita.
Carico i commenti... con calma