Sono piu di 50 anni che i Romans girano per l'Italia. Era il 1959 quando il gruppo, chiaramente Romano, iniziata a muovere i primi passi. Inizialmente un gruppo composto da studenti liceali, si ritagliò il suo spazio all' interno della musica leggera in Italia. Il primo nucleo comprendeva Claudio Natali, l'unico ad essere ancora all' interno del gruppo, Ignazio Polizzy, Diego Petrera e Alberto Cori. Punto forte del complesso indubbiamente la longevità. Esempi di artisti dell'epoca fautori del genere durati poco piu di due dischi ce ne sono a bizzeffe. I Romans, dopo la fine degli anni 70, rimasero a lungo nell'anonimato, continuando comunque la loro lunga carriera.

Insieme ai Camaleonti, i protagonisti dei primi 60' in Italia. Misero le basi, attraverso il decennio della british invasion, di quelli che sarebbero stati gli anni 70 per la musica leggera Italiana. E' chiaro, il decennio di cui parliamo imponeva alcune cose a livello musicale che vennero rispettate anche dai Romans. A testimonianza di ciò, un mucchio di singoli/cover di brani inglesi, canzoni da ballo, fino al primo, se cosi possiamo chiamarlo, successo, ovvero 'La tua mano', scritta da Mogol e Gino Paoli nel 1962. Ma il successo ancora tarda. I continui cambi di fronte dei membri del gruppo (cosa che ha contraddistinto il complesso per un bel po) di certo non aiutano alla fama. Qualcosa inizia a muoversi peò nel 1967. I Romans arrivano terzi al Festival delle Rose col brano 'Il pieno'. Grazie alle vari manifestazioni per la canzone a sfondo estivo tra le quali il piu importante era indubbiamente 'Un disco per l'estate', i nostri si ritagliano il loro spazio prima con 'Sole sole mare mare', poi con 'Voglia di Mare'. Erano canzoni di facile presa, quelli che sarebbero dovuti diventare i tormentoni dell'estate, e portato così alla fama i ragazzi. Per il primo album ufficiale si è dovuto aspettare il 1970 (circa 10 anni dopo la nascita del gruppo), a testimonianza di quanto fosse difficile emergere e trovare contratti soddisfacenti. L'esordio, 'Gente qui e gente la', è un buon misto di brani che tentavano di scimmiottare il rock inglese e il commerciale in generale.

Arrivano alla musica leggera come oggi la intendiamo nel 1974, grazie al disco 'Quanto una donna...', stupendo esempio di canzone semplice e leggera. Quello che possiamo definire il primo vero e proprio 'successo' commerciale del gruppo, si mise in luce grazie ai testi di facile apprensioni e le tematiche a sfondo amoroso. Pensare che quelli di questo disco erano i brani piu richiesti alle radio dell'epoca. Un' annata in cui, insieme a Mino Reitano e il Guardiano del Faro, i nostri la facevano da padrone. Protagonista era il giovane Ignacio Polizzy, che con la sua voce metteva in musica i testi di Coclite. Ad aprire il lavoro la title-track, 'Quanto una donna', in cui la fanno da padrone una sezione strumentale impeccabile e una voce precisa e soave. Capolavoro della musica leggera, il testo racconta la perdita dell'amore della donna nei confronti del protagonista, che vivrà nel suo vortice di dolore e solitudine i giorni seguenti (la felicità io l'ho divisa insieme a lei/ ma il dolore resta tutto in mano a me), belli anche i cori finali. 'Un momento di più' ci ricorda un po lo stile dei futuri Giardino dei Semplici, a testimonianza di quanto siano stati seminali. Brano piu che riuscito, di cui è disponibile anche una versione live. Bellissima la seguente 'Matita blu', oggetto che la protagonista Lucia usava per mascherare i propri pianti d'amore. Il tutto tramite dei flashback del protagonista, che rivive la ragazza attraverso i ricordi del passato. 'Il Mattino dell'Amore' era il brano piu richiesto alle radio. Come dare torto ai radioascoltatori, siamo di fronte a una bellissima ballata sorretta da pianoforte, dolce dichiarazione d'amore nei confronti di una ragazza terrorizzata dal pensiero di un tradimento da parte dell'amato (ora che amo te/ ho scordato ormai/ tutto quello che trovavo bello insieme a lei). Ancora un pianoforte per la bellissima 'Valentino e Valentina', racconto di una dolcissima storia d'amore narrata in terza persona da Polizzy, musicata come si deve, con un velo di malinconia. Come se la terza persona fosse un modo di mascherare la propria tristezza. Si saranno lasciati, forse perchè chiamarsi ugualmente li rendeva incompatibili. E ancora la lenta 'Mi mancherai', struggente canzone basata sull' addio e sulle sue conseguenze. Perchè, dopotutto, il protagonista, anche se in compagnia di un altra donna, penserà sempre a lei.

Seminali. Insieme ai Camaleonti, forse coloro che hanno messo le basi e i protagonisti della trasformazione della canzone di stampo 'british italianizzato' alla vera canzone leggera italiana. Testimoni del cambiamento, di cui forse hanno anche dato il loro contributo, diedero il via alle nascite di numerosi complessi, che all'epoca sbucavano come funghi. Pochi anni dopo i grandi successi, tra i quali ricordo 'La mia donna' e 'Coniglietto'. Verso la fine degli anni 70 i primi segni della crisi. I problemi con le case discografiche si facevano sentire, e portarono il complesso in posizioni disagiate. Nell'anonimato fino a poco fa, sono tornati ultimamente alla ribalta col brano 'Ragazzi Soli', dedicato alla generazione attuale, persa e indifferente (2013), canzone verissima che ci trasmette grande tristezza nei confronti di ragazzi senza passioni e completamente imbruttiti dal virtuale. A decidere il declino del complesso anche i diversi decessi, tra i quali quello del cantante Ignacio Polizzy. Seminali, dicevamo. Quelli che possono essere definiti come i nonni dei gruppi di facile presa. In poche parole, un' istituzione.

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